ACI BONACCORSI, ESAMI DI KOBUD SHOREI-KAN

maestri e ellievi del kobudo dell’AKS

Domenica scorsa presso la palestra del centro sportivo karate di Acibonaccorsi si è svolta la seconda sessione degli esami di kobudo  “shorei kan”. Il nome in lingua straniera dalla sua traduzione ha il seguente significato: “E’ la casa del rispetto e delle buone maniere”. Un gruppo di ragazzi si sono interessati allo studio di questa nobile arte di tipo orientale, in particolare sin da circa due anni stanno seguendo con tanta passione. Nello specifico si tratta di allenare l’utilizzo di alcuni attrezzi da lavoro dei contadini in caso di aggressioni. Lo svolgimento della lezione richiama alla memoria della cultura come testimonianza contadina prima dell’avvento meccanizzato. 

Il Maestro Giovanni Pane e lo scrivente sono stati allievi del Maestro Pippo Grasso (In memoria) per il quale il Kobuto è stato un’Arte collaterale allo stile Shotokan, infatti si ricordano le sue dimostrazioni, molto abile nel maneggio del Sai e dei Kata negli anni 75 presso l’albergo Excelsior di piazza Giovanni Verga a Catania e successivamente in vari Club culturali e palazzetti dello sport. Con la sua morte avvenuta il il 19-20 febbraio 2010, (ne facciamo omaggio alla memoria) da qual giorno pian piano tutto divenne dimenticato. Il Maestro Gianni Pane, uno dei tanti o forse l’unico a cui il M° grasso ha trasmesso tutto il suo sapere sia di Shotokan e di Kobuto

I Maestri Gianni Pane e il figlio Guglielmo praticano le arti marziali da oltre mezzo secolo e ora godono di traguardi prestigiosi. Il kobudo gli è entrato nelle vene senza mai abbandonare lo stile Shotokan, già hanno creato la loro scuola sin dagli anni 90. In atto il Maestro Gianni Pane è coordinatore in Sicilia e sud Italia per quando riguarda  lo stile shorei-kan avvalendosi degli insegnamenti, (aggiornamenti e perfezionamenti) di kobudo dal Maestro Tamano. Il quale insegna l’uso delle armi improprie tradizionali di Okinawa, in particolare le cinque armi principale sono:

ll Bo, che è un bastone di lunghezza corrispondente all’altezza della persona che lo usa; nei tempi antichi si usava per il trasporto per l’acqua con due secchi agganciati all’estremità. In caso di aggressione venivano sganciati i secchielli ed usato come difesa personale.

 il Tonfa, una specie di manganello con un corpo a sezione quadrata lungo come l’avambraccio, ed un manico laterale a sezione rotonda, che si allarga verso la fine, ottimo attrezzo per parere i colpi di bastone alla testa o laterali;

 il Sai è un pugnale dotato di una corta lama centrale (circa 30 cm) a sezione ottagonale  e di due rebbi laterali  (manici rivolti in avanti), ottimo per avvicinare i rami nella raccolta della frutta; 

il kama deriva dai falcetti utilizzati a Okinawa per mietere il grano o l’erba per gli animali;  

Il nunchaku composto da due piccoli bastoni di legno a sezione ottagonale uniti da una corda, deriva dallo strumento usato per battere il riso dopo la mietitura.

Carmelo Santangelo, giornalista, Maestro V° Dan, Ambasciatore dei diritti Umani

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