Le Chiacchiere di Carnevale

La nostra cultura è composta da molte usanze, tradizioni e feste, e, proprio In questi giorni si celebra una delle feste più particolari, il Carnevale.

Questa festa, oggi, segna l’inizio di un periodo di magro, il significato della parole carnevale deriva dal latino ed è Carnem Levare, ossia, togliere la carne.

Questa festa è più antica di quel che si pensi. 

Si festeggiava già nell’antica Roma

Loro, non la chiamavano Carnevale e non era certo dedicata all’inizio della Quaresima, ma, in comune con il nostro Carnevale, aveva molte cose. 

Anche nella festa che celebravano gli antichi romani, detta Saturnali, si sovvertivano gli ordini sociali, si faceva baldoria e sopratutto si mangiava abbondantemente. 

Fra le pietanze che si preparavano per questa ricorrenza, c’erano le Frictilia. 

Apicio nel suo De Re Coquinaria scrive che erano frittelle croccanti fatte con un impasto a base di uova e farina di farro che venivano poi cotte nello strutto e condite con miele.

Queste frittelle, hanno molto in comune con un dolce che si prepara per carnevale, le Chiacchiere.

Nei secoli, la ricetta si è evoluta ed alcuni ingredienti sono cambiati, oggi si usa farle con la farina di grano, lo zucchero ha sostituito il miele, si friggono ancora, anche se non più nello strutto ma nell’olio. 

La loro diffusione è pressoché totale, si preparano dappertutto, il nome varia da una regione all’altra. Per la maggior parte degli italiani si chiamano Chiacchiere, nel nord ovest dello stivale si chiamano Bugie, Nel nord est Cròstoli, nel Lazio sono le Frappe, in Emilia Sfrappole, in Sardegna vengono chiamate Maraviglias, Cenci o Stracci in Toscana, Lattughe nel Mantovano, Galàni in molte zone del Veneto, Merveilles in Valle d’Aosta, Sprelle nel piacentino e Rosoni nel Modenese. 

L’elenco dei nomi potrebbe continuare per pagine, a dimostrazione di quanto sia capillare la sua diffusione. 

Oltre il nome, una variante che troviamo fra le varie regioni è l’elemento aromatico che e contraddistingue. 

Maggiormente si usa il Marsala ma, non è raro che venga sostituito da Grappa, Sambuca, Vinsanto, Brandy, Strega o altro liquore aromatico.

Anche le chiacchiere hanno la loro bella leggenda.

Si narra che alla corte della Regina Margherita di Savoia, uno dei sui pasticceri, il pasticcere Raffaele Esposito, avesse creato questo dolce che la sovrana potesse offrire e consumare a corte mentre conversava con le dame ,da li il nome Chiacchiere.

Oggi, le chiacchiere vengono cotte anche al forno, alla spolverata di zucchero, c’è chi aggiunge cioccolato o cannella.

La loro diffusione ha valicato i confini nazionali.

Si preparano praticamente i tutto il mondo, dal Brasile Cueca-Virada, al Belgio Croustouille, dal la Svezia Klenater, alla Spagna Olejas, dalla Germania RaderKuchen, alla Slovacchia Fanka, dalla Romania Minciunele, alla Francia Oreilettes.

Non sono l’unico dolce che si prepara per Carnevale, ne esistono anche altri, tipo le Castagnole, il Migliaccio, la Cicerchiata, le Fritole, le Brighelle, gli Arancini di Carnevale, i Caragnoli ed i Rosacaterra.

Fra i dolci tipici Carnevaleschi, preparati fuori dai nostri confini, merita una menzione a parte il Krapfen Tedesco.

Giorgio Ruggiu.

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