Il decoro urbano e le sue sfaccettature. Anc ci racconta il Progetto Atena Catania.

Il decoro urbano, l’arte come strumento per valorizzare il territorio, tutto questo e molto di più dentro il PAC, Progetto Atena Catania.

L’artista Antonio Barbagallo, Anc per gli addetti ai lavori, ci illustra le motivazioni intrinseche del progetto, alla ricerca di una continuità con il territorio, un’attenzione ai particolari che fanno del Barocco o dello stile Liberty della nostra città un punto di partenza.

Lui stesso ci dice “Opera, superficie e ambiente sono in simbiosi”.

Ad oggi le opere che compongono il progetto sono quattro e cioè una raffigurazione della dea Atena con una ragazza che legge un libro, un mascherone in chiave Liberty con fiori; una libreria con Meti, la madre di Atena, e sulla scorta dell’esempio divino una bambina che legge; infine la raffigurazione della scultura della musa Clio con una ragazza che sta per compiere un voto, una promessa che racconta una vocazione verso la conoscenza ed il sapere, un vero e proprio giuramento di fedeltà verso ciò che più di ogni altra cosa eleva l’uomo, e cioè la cultura in tutte le sue manifestazioni.

Quest’ultima opera, realizzata su una struttura di proprietà di E-Distribuzione, si collega a quella precedente, realizzata presso la Libreria Cavallotto, dove la bambina viene raffigurata in età adolescenziale.

Il mito che fa da filo conduttore, i colori e lo stile che cementano l’idea sottesa al progetto. Catania veste nuovi panni alla luce di un’arte che si richiama all’antico.

Antonio ci dice che “Il progetto è sostenuto dalle imprese che intendono partecipare alla realizzazione delle opere”.

Lui stesso sottolinea come “il finanziamento sia frutto della sinergia tra artista e impresa, la quale non viene riconosciuta come committenza poiché, nelle opere, non viene presentato alcun prodotto”

L’intenzione dell’artista, la ratio del progetto, la centralità di Catania non vengono messi in nessun caso in discussione, cedendo al fascino a volte perverso del marketing e delle sue strategie.

Progetti di questa natura invitano ad una riflessione sull’evoluzione della street art, che si allontana dai moti contestatari della prima ora ed approda ad un nuovo modo di interfacciarsi con il tessuto urbano, una comunicazione diretta che assume a tutti gli effetti i connotati del bello.

Il parere di Anc è netto e se riconosce che nella street art c’è “dell’ironia, del decorativismo, della morale, della denuncia sociale e globale” allo stesso modo rimarca come “troppo spesso venga sfruttata con l’abuso del termine Rigenerazione Urbana “, ed è amara la constatazione di come spesso si arrivi a “pessime soluzioni artistiche e a mere trovate pubblicitarie”

Molti i progetti in cantiere, magari anche una dedica a Dante Alighieri, visto il recente anniversario, ma Antonio. come la maggior parte degli artisti, si sente in perenne divenire, proiettato verso un futuro incerto, ma con una totale apertura verso il nuovo.

Un augurio di crescita che fa alla sua stessa città, immaginandola come “aperta alla tutela del territorio e del cittadino, per far crollare tutto ciò che di marcio vi è radicato”.

Il suo forte desiderio “di vedere la gente di oggi e di domani pretendere che le cose vadano per il verso giusto” è il desiderio di ogni cittadino che ami la propria città e se il Progetto PAC nasce anche per “camuffare le brutture nate negli anni ’70”, spetta ad ognuno di noi onorare la nostra città con un atteggiamento vigile ed una costante attenzione verso tutte le mille risorse che Catania può offrire.

Una sfida che siamo tutti chiamati ad affrontare, senza alcuna limitazione.

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