Numa Pompilio: Il Secondo Re

di Emanuele Maria Pinto

Il regno di Romolo durò trentasette anni, Roma aveva fatto passi da gigante in breve tempo, aveva aperto commerci e dialogo con tutti i popoli vicini, aveva inglobato quello dei Sabini, aveva combattuto.

Poi il primo re scompare, secondo il mito ascende al cielo in una notte di tempesta rapito da un fulmine, un‘ altra versione parla di senatori che lo aggrediscono, ne tagliano il corpo in pezzi nascondendone ognuno un pezzo sotto la toga, fatto sta che in entrambe le versioni il re Romolo scompare e il suo corpo pure.

Il senato impiega un anno ad eleggere il nuovo re, si tenta di porre in essere una oligarchia dove i senatori governano a rotazione ogni dieci giorni ma il malcontento popolare spinge alla elezione di un nuovo re.

Le votazioni non sono prive di attriti tra la fazione dei Romani e quella dei Sabini e alla fine la spunta un nome che va bene ad entrambi, Sabino di origine, sposato alla figlia di un senatore romano, Numa Pompilio.

E qua salta all’ occhio subito una cosa, se il primo re è conosciuto solo come Romolo, il secondo re ha un nome ed un cognome, Numa della Gens Pompilia. Roma si è evoluta e i Patrizi portano il nome della casata di appartenenza, questo rimarrà nella Roma successiva ne è dimostrazione Giulio Cesare, appartenente alla Gens Julia, discendenti di Iulo, figlio di Enea, fondatore di Albalonga da cui discende Romolo il primo re.

Ma se il primo re è un guerriero il Secondo passerà alla storia come il sacerdote riformista, con lui si apre un lungo periodo fatto di grandi riforme tese a dare un migliore ordinamento alla città , furono quasi tutte di carattere religioso istituendo una serie di figure atte al controllo e gestione delle cose della vita, come quella  dei pontefici e del pontefice massimo, festività religiose, riformò il calendario che seguirà le fasi lunari dando un ordinamento di dodici mesi e  i nomi che conosciamo ancora oggi come il mese di Gennaio dedicato al dio Giano.

Il calendario conteneva anche indicazioni sui giorni fasti e i giorni nefasti in cui non era possibile prendere decisioni pubbliche .

Il suo regno duro quarantadue anni in cui la città di Toma non mosse guerra contro nessuno . Fu anche propenso a cambiare ed abbellire l‘ aspetto della città , fece costruire il tempio di Vesta e sulla via sacra il tempio al dio Giano le cui porte potevano restare chiuse in tempo di pace, le fonti storiche dicono che negli anni del suo regno non furono mai aperte.

Morì a ottant’anni consumato dalla vecchiaia e circondato dall‘ affetto dei suoi cari e di tutta la popolazione. Il suo corpo non fu bruciato ma sepolto insieme a sette libri in latino e sette libri di filosofia in greco.

Provò a succedergli il senatore Sabino Marcio che aveva sposato sua figlia Pompilia ma verrà battuto e per la disperazione si farà morire di fame.

Il successore di Numa sarà Tullo Ostilio e Roma tornerà a fare la guerra. 

Ma dalla unione di Marcio e di Pompilia era nato un bambino Anco Marcio, quando Numa muore ha appena cinque anni e un giorno diventerà re.

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