UNO SPORTELLO ANTIVIOLENZA A PATERNÒ

Mi picchiava quando ero incinta e mi costringeva a fare sesso anche quando stavo male, al rifiuto mi schiaffeggiava.

Notizie come queste riempiono le prime pagine dei quotidiani di tutta Italia. Sono queste le prime avvisaglie quando la barca familiare comincia a fare acqua, in questi casi non bisogna aspettare l’ultimo minuto, quando sarà troppo tardi per denunciare. In periodo di pandemia gli omicidi alle donne sono aumentate in modo esponenziale, 150, poco più o poco meno, ogni anno si registrano nell’ambito familiare o dei conviventi. Occorre fermare a tutti i costi questa piaga sociale. Alle varie leggi a tutela delle donne di recente se ne è aggiunta un’altra. Passa al Senato la riforma del processo penale nel quale è inserita una norma: il persecutore “Stalking” condannato a non avvicinarsi alla dimora della donna perseguitata veniva lasciato libero di commettere il crimine. La nuova norma stabilisce l’arresto in flagranza del persecutore nelle vicinanze della dimora della donna perseguitata.

Sono queste le motivazioni per spingere le associazioni di genere a creare numeri verdi e nuovi Centri Antiviolenza, Associazioni di uomini e donne, tecnici della materia giurisdizionale che si spendono gratuitamente a difesa delle vittime del crimine. 

Cogliamo l’attimo notiziario locale. C’è chi si propone per l’allestimento di uno sportello antiviolenza nel territorio creando la base a Paternò. Si tratta di una donna per le donne, Maria Fonti, da sempre sensibile alla tematica, anche grazie all’aiuto di Lucia Fichera, collaboratrice dell’Avv. Francesco Silluzio, ufficio legale di “Empatia” in via Eleonora D’Angiò 2.  “Voglio dare un concreto aiuto ad avviare questa attività e aiutare chi subisce minacce o violenze dichiara Lucia Fichera. 

“La piaga dei femminicidi continua a popolare la cronaca italiana – Commenta il Dott. Marco Emmanuele, vice coordinatore provinciale del partito di Italexit di Catania – anche gli ultimi giorni d’agosto nel nostro territorio si sono rivelati tragici, e non è l’unico quello ad Aci Trezza, dopo quello di Nicolosi ed altri sul fronte della violenza sulle donne, È uno stillicidio di violenza che si accanisce sulle donne, uccise dall’odio di compagni, mariti o ex. È davvero inquietante la serie di drammi registrati ogni giorno in Italia dal primo gennaio al 5 settembre (giorno in cui è morta Chiara), dei 186 omicidi avvenuti in Italia, in 76 casi le vittime sono state donne. Escludendo 10 di queste, tutte le altre donne sono state uccise in ambito familiare e/o affettivo. 47 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex. Aumenta il numero se si sommano le altre vittime di questi ultimi mesi. Noi di Italexit guardiamo con interessi la vostra attività, fenomeno aberrante da sradicare – conclude il Dott. Emmanuele”.

“Lo sportello antiviolenza potrebbe far convergere passione e sensibilità di genere”  -dichiara Maria Fonti. Si vogliono avanzare diverse iniziative, un susseguirsi di flash mob, conferenze con psicologi e avvocati forensi, in modo particolare viene spesso segnalata violenza psicologica che quasi sempre si accompagna a quella fisica o mortale. 

Proprio a Paternò si vuol dotare, oltre allo sportello antiviolenza – dichiara Maria Fonti – un centralino per le richieste d’aiuto, oltre che della consulenza legale. Con la speranza di rendere lo sportello a gestione comunale, affinché sussista la sinergia con i servizi già erogati in paese, come il consultorio o l’inclusione sociale. Le persone assistite possono così usufruire dei servizi erogati dal Comune”.

“Un cantiere di idee che vuol prendere piede trova assolutamente il nostro appoggio. Sarebbe luogo e tempo di cambiamento e innovazione per Paternò, centro nevralgico geografico per una larga fascia di territorio, oltre che di coltivazione “dell’empatia” – riprendendo il discorso del cons. Guido Condorelli “Un contesto importante per il paese, visto l’incremento costante del disagio sotto diversi aspetti sociale, economico, esistenziale, emozionale”. 

Empatia (empatheia), ecco la parola chiave. Ogni sportello antiviolenza dovrebbe operare sulla base di questa qualità umana, col suo nome in greco. L’empatia, per chi è vittima di violenza, di qualunque forma, è fondamento indispensabile immedesimarsi nei panni altrui, è condizione necessaria per supportare chi si trova in difficoltà.

Carmelo Santangelo, Ambasciatore dei Diritti Umani

Schillaci Claudio, Coordinatore Cronache Mediterranee

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