A Taormina la mostra “Pietro Consagra. Il colore come materia”, Passato e presente in viaggio verso il futuro.

Photo di Marilena Sperlinga

Dal 17 Maggio e fino al 30 Ottobre, si tiene al Teatro antico di Taormina una mostra che vuole celebrare Pietro Consagra, uno di coloro che ha contribuito a fare di Gibellina un simbolo di ricostruzione attiva, un viaggio attraverso il tempo che sedimenta l’arte in una cornice maestosa. 

Pietro Consagra, nativo di Mazara del vallo, morto nel 2005, ha rappresentato la ricostruzione del Belice con la sua “porta del Belice”, la famosa stella che segna l’ingresso in un mondo visionario, dove l’arte colora di nuove sfumature la distruzione, per dare dignità a luoghi dimenticati.

Photo di Marilena Sperlinga

La mostra “Pietro Consagra. Il colore come materia”, in occasione del centenario dalla nascita dell’artista , si inserisce e dialoga attivamente con il teatro antico di Taormina, per rappresentare una voce differente che fa eco in uno scenario straordinario, alla prorompete forza della materia.

Photo di Marilena Sperlinga

Pietro Consagra , come lui stesso ha più volte dichiarato, vuole esprimere il ritmo drammatico della vita attraverso l’utilizzo di elementi plastici.

 Si tratta di un connubio fra l’azione volitiva e positiva dell’uomo ed i ritmi alienati di una società spesso malconcia.

Photo Marilena Sperlinga

Le opere che si susseguono fra vuoti e pieni, rappresentano un momento preciso della vita dell’artista, in cui ferri dipinti e ferri trasparenti, scenografie teatrali, riadattate e rimpicciolite, danno un segnale espressivo forte. L’uomo nella sua opera, con ottimismo e proattività, sembra vincere la sfida con la vita, piegando la materia al suo volere, per rappresentare con colori accessi e definiti, un viaggio onirico che fa della materia la sua realizzazione concreta.

Photo Marilena Sperlinga

La scultura da cui ha inizio il percorso espositivo è “Piano sospeso bianco” del 1964, 

L’opera è sospesa su una delle due pàrodoi del teatro, frontale alla cavea e agli spettatori. 

In questa scelta c’è la poetica dell’artista, ma anche la dimensione di un’arte partecipata, il dialogo dunque non è solo fra passato e presente, ma anche con chi fruisce della possibilità di osservare il mondo con occhi diversi.

Photo di Marilena Sperlinga

L’arte diventa ed è in maniera preponderante, fonte di conoscenza, ma, ancor di più, viaggio emozionale.

Dall’alto di un teatro che trasuda storia, lo spettatore si sente proiettato verso nuovi colori che illuminano l’anima di speranza.

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