Albadoro Gala ce l’ha fatta, ma ciascuno dovrebbe essere re a casa propria – VIDEO

ph Albadoro Gala Fb

L’intervista di Cronache Mediterranee ad Albadoro Gala.
Originaria del Sud Italia, Alabadoro è emigrata a Roma per trovare un lavoro. Nonostante fosse riuscita ad integrarsi nel “progredito” Centro-Nord dello Stivale, il pregiudizio sociale l’ha fatta cadere nella dispoccupazione, per poi risorgere grazie al Burlesque. Oggi, Albadoro è tra le più acclamate artiste del burlesque.
I nostri figli lasciano la laurea nel cassetto, dopo avere studiato in un sistema di istruzione pubblico e quindi a carico della comunità, per fare i camerieri nelle città europee. E la cultura antropologica neocon, che è figlia del consumismo, gli fa il lavaggio del cervello convincendoli di vivere liberi, anche se come blatte.
Non c’era bisogno di genetica per stabilire che a Roma si incrociavano molte etnie. Tutti gli imperi della antichità erano un crogiolo di molti popoli, ma da questa ovvietà a stabilire che non si deve fermare la immigrazione ce ne corre. C’è un evidente salto di logica, un espediente retorico uso e riuso ai benpensanti neocon.
Semmai ciascun popolo ha diritto alla patria, e ciascuno a casa propria sarebbe re.
Molte riviste neocon abusano della loro buona reputazione per fare propaganda al politicamente corretto. Anche nel caso di testate emerite nel campo della informazione scientifica, vale la mistificazione della verità: dopo lo slogan “le razze non esistono” è stato tutto un arrampicarsi sugli specchi pur di favorire la immigrazione in massa, gli Americani hanno una ossessione per il razzismo. Esattamente come quando i nazisti raccontavano la favola della superiorità della loro razza ariana, fior di scienziati si sono schierati oggi in favore della tesi meglio accolta dalla loro comunità; un movimento specularmente opposto al nazismo che fonda a sua volta un proprio razzismo, anche se lo fa dalla prospettiva di Kalergi. Cioè da un Mondo omologato al livello più basso. La cultura neocon è il regno delle fandonie pur di ammaestrare le masse a come vivere nel migliore dei mondi possibili. L’Est Europeo non conosce questi eccessi, mitigato dalle tradizioni sovietiche per cui realmente tutti i soggetti devono essere considerati su un piano di equità di fronte alla Legge, senza fare alcuna eccezione per i migranti a svantaggio dei residenti.
E per tagliare la testa al toro, i marxisti non sono affatto per la emigrazione e l’accoglienza di massa: bisogna restare in patria col proprio popolo, piuttosto che tradirlo abbandonandolo al sottosviluppo. Dopo cinquecento anni di sfruttamento coloniale e imperialista sarebbe troppo comodo deportare quei popoli sui marciapiede delle nostre città per farli vivere di stenti o delinquere. Si battono per la immigrazione in massa Soros, Bergoglio e i governativi, guarda un po’. E dopo aver montato la manfrina dei barconi carichi di disperati e dei relativi ponti radio per guidare le ong su di loro, esultano a ogni carico intercettato vantandosi di avere salvato delle vite umane. Ipocrisia, peggio ancora coercizione morale. L’effetto di queste immissioni di manodopera non qualificata sarebbe di deprimere ancora più il mercato del lavoro. Purtroppo i governi padroni della Europa ci ammoniscono di prenderne più che possiamo, ma non sono intenzionati di farlo a loro volta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *