CEI: “Cristiani, ebrei e musulmani insieme per la vita”

La CEI rende noto:
Una dichiarazione congiunta delle religioni monoteiste abramitiche sulle problematiche del fine vita è stata realizzata da un gruppo congiunto interreligioso, coordinato dalla Pontificia Accademia per la Vita. Il testo è stato proposto dal Rabbino Avraham Steinberg, copresidente del Consiglio Nazionale israeliano di Bioetica, a Papa Francesco, che l’ha affidata alla Pontificia Accademia per la Vita. Il 28 ottobre 2019 si è svolta la cerimonia di firma del documento. Ecco le conclusioni, tratte dal sito academyforlife.va.

Le tre religioni Abramitiche monoteistiche condividono scopi comuni e si trovano in completo accordo nel nostro approccio sulle seguenti situazioni riguardanti il fine-vita:
L’eutanasia ed il suicidio assistito sono moralmente ed intrinsecamente sbagliati e dovrebbero essere vietati senza eccezioni. Qualsiasi pressione e azione sui pazienti per indurli a metter fine alla propria vita è categoricamente rigettata.
Nessun operatore sanitario dovrebbe essere costretto o sottoposto a pressioni per assistere direttamente o indirettamente alla morte deliberata e intenzionale di un paziente attraverso il suicidio assistito o qualsiasi forma di eutanasia, specialmente quando tali prassi vanno contro le credenze religiose dell’operatore. È stato favorevolmente recepito, nel corso degli anni, che dovrebbe essere rispettata l’obiezione di coscienza agli atti che contrastano i valori etici di una persona. Ciò rimane valido anche se tali atti sono stati dichiarati legali a livello locale o da categorie di persone.
Le credenze personali sulla vita e sulla morte rientrano sicuramente nella categoria dell’obiezione di coscienza che dovrebbe essere universalmente rispettata.
Incoraggiamo e sosteniamo una qualificata e professionale presenza delle Cure Palliative ovunque e per ciascuno. Anche quando allontanare la morte è un peso difficile da sopportare, siamo moralmente e religiosamente impegnati a fornire conforto, sollievo al dolore, vicinanza, assistenza spirituale alla persona morente e ai suoi familiari.
Sosteniamo leggi e politiche pubbliche che proteggano il diritto e la dignità del paziente nella fase terminale, per evitare l’eutanasia e promuovere le Cure Palliative.
Dal punto di vista sociale dobbiamo impegnarci affinché il desiderio dei pazienti di non essere un peso non ispiri loro la sensazione di essere inutili e la conseguente incoscienza del valore e della dignità della loro vita, che merita di essere curata e sostenuta fino alla sua fine naturale.
Tutti gli operatori sanitari dovrebbero essere tenuti a creare le condizioni in base alle quali l’assistenza religiosa sia assicurata a chiunque ne faccia richiesta, sia in modo esplicito che implicito.
Ci impegniamo a utilizzare la conoscenza e la ricerca per definire le politiche che promuovono la cura e il benessere socio-emotivo, fisico e spirituale, fornendo le massime informazioni e cure a coloro che affrontano gravi malattie e morte.
Ci impegniamo a coinvolgere le nostre comunità sulle questioni della bioetica relative al paziente in fase terminale, nonché a far conoscere le modalità di compagnia compassionevole per coloro che soffrono e muoiono.
Ci impegniamo a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle Cure Palliative attraverso una formazione adeguata e la messa in campo di risorse relative ai trattamenti per la sofferenza e il morire.
Ci impegniamo a fornire soccorso alla famiglia e ai cari dei pazienti che muoiono.
Chiediamo ai politici e agli operatori sanitari di familiarizzare con la vasta prospettiva e l’insegnamento delle religioni Abramitiche, per fornire la migliore assistenza ai pazienti morenti e alle loro famiglie che aderiscono alle norme religiose e alle prove dei rispettivi religiosi tradizioni.
Ci impegniamo a coinvolgere le altre religioni e tutte le persone di buona volontà.

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