Geopolitica: la Cina è una minaccia? Opinioni a confronto


C’è una sottocultura nella sinistra più a sinistra (quella di ispirazione marxista) che ama travisare la realtà per alimentare un entusiasmo fasullo come certi miti. Nel nostro Paese sarebbe spirito di parrocchia. Uno di quei miti è la Cina. Inutile ricordarvi che la verità è rivoluzionaria, avete cervello e istruzione sufficienti a capire che elogiate l’Isola che non c’è: troppo facile dire che si è comunisti, mentre invece le alleanze sociali si fanno con le Triadi che hanno il denaro e la borghesia mercantile che lo fa girare. Intanto la situazione nelle campagne è degenerata, e la classe proletaria paga un prezzo altissimo in termini di salute e qualità della vita; troppo facile dirsi comunisti e tenere Esercito e Polizia, mentre si attua una spietata censura preventiva; intanto la sensibilità dei Cinesi verso l’ambiente è scesa a livelli proverbiali, elogiando pochi e insufficienti provvedimenti in un paese tra i più inquinati del Mondo. Il Secolo Cinese sarà un inferno, ma questo i compagni duri e puri lo negano esibendo statistiche parziali e informazioni fasulle. Basta frequentare i Cinesi residenti nel nostro Paese (che non è affatto un modello per tanti problemi anche se non va d’appresso a Greta) per saggiare l’abisso tra noi e loro: per esempio, ho avuto una brutta risposta quando in un negozio ho chiesto di fornire le mie inquinantissime batterie esauste a un consorzio. I Cinesi inquinano e distruggono da campioni del consumismo più sfrenato. In quella circostanza mi hanno guardato come un pazzo. Troppo facile dirsi comunisti dove tante operaie si prostituiscono per sbarcare il lunario e c’è gente che spende 2000 euro per un cane o fa collezione di Ferrari. Un atteggiamento psicotico che ricorda pure molta della sedicente sinistra in area PD. Mao sta ballando nella tomba. Ho visto una nube gialla di cloro grande come mezza Italia stazionare sulla Cina, per quasi un anno. I Cinesi per anni hanno comprato a basso costo tutte le basi scartate dalle industrie europee come inquinanti, rivendendole lavorate nei prodotti finiti; a parte certe puzzette, non oso indagare di cosa siano fatte molte merci. Hanno assorbito un sacco di ormoni pestilenziali, rimettendoli in circolazione nei paesi circostanti, più poveri di loro. Da anni in molta parte dell’Asia gli ormoni sono una emergenza.
Così la pensa Cronache Mediterranee con Sergio Pensato. Il sito di informazione geopolitica Aurora ha invece abbracciato la tesi del giornalista Han Baoyi, di cui proponiamo l’articolo dal titolo “Solo gli imperialisti considerano la Cina una minaccia” nella traduzione a cura di Alessandro Lattanzio:
Solo per i Paesi che vogliono controllare le risorse e i mercati del mondo la Cina è una minaccia alla loro posizione, affermava Joti Brar, vicepresidente del Partito comunista della Gran Bretagna (marxista-leninista). Brar affermava che i capi di certi Paesi hanno diffuso l’idea di “minaccia cinese” perché vogliono controllare i mercati. Tali capi vogliono garantire che i loro Paesi mantengano le entrate dal commercio che confluirebbero ai concorrenti. La Cina consente il libero scambio tra Paesi e offre persino condizioni di molto migliori ai Paesi poveri rispetto ai critici dei cinesi. Con la promozione della Belt and Road Initiative dal 2013, il governo cinese ha firmato 200 accordi con Paesi e organizzazioni internazionali, riguardanti cooperazione finanziaria e infrastrutturale, per costruire una comunità globale dal futuro condiviso. È una strategia globale volta a garantire a tutti vantaggi reali. Anche le regioni povere possono beneficiare dell’iniziativa, aiutando i popoli di questi Paesi, affermava Brar. “La Cina offre ai paesi poveri condizioni molto migliori di quelle offerte dagli imperialisti. Così ha saputo limitare le potenze imperialiste in alcuni luoghi che ritenevano fossero di loro diritto. Quindi ciò non gli piace”.
La Cina attua un programma incentrato sulla riduzione della povertà e miglioramento del benessere pubblico in Africa e Asia orientale. Aiuta attivamente i Paesi del bacino del Mekong ad affrontare la grave siccità rilasciando forniture idriche di emergenza. Fornisce inoltre aiuti tecnologici sul controllo delle inondazioni a Thailandia e Myanmar. Brar vede la BRI come grande contributo alla creazione di un mondo multipolare, in cui popoli di tutto il mondo possono intraprendere una vita “che non è controllata dall’imperialismo”. In risposta alle azioni economiche e commerciali che gli Stati Uniti impongono alla Cina dal marzo 2018, il governo cinese adottava misure efficaci per difendere gli interessi della nazione e del suo popolo, affermava. “Le risposte che la Cina ha dato durante questo periodo di tensione mirano interamente a proteggersi”, aveva detto Brar. “E la capacità della Cina di difendere i propri interessi, il suo popolo, è importante per il resto del mondo”.
Di recente, il conflitto economico tra Cina e Stati Uniti ha mostrato alcuni segnali di allentamento. Il presidente nordamericano Donald Trump l’11 settembre dichiarava che gli Stati Uniti ritarderanno i piani per aumentare i dazi per 250 miliardi sulle merci cinesi. In risposta, la Cina annunciava due elenchi di esclusione daziaria su alcune importazioni statunitensi. Da quando le consultazioni economiche e commerciali iniziarono nel febbraio 2018, si fece molta strada e le due parti si accordarono sul grosso di un accordo. Ma i colloqui ebbero le loro battute d’arresto, secondo Brar.
Brar, in quanto dirigente del CPGB-ML, affermava che il partito deve sempre amare la rivoluzione cinese. “Apprezziamo tutti i risultati raggiunti dalla Cina”, affermava. “Abbiamo a cuore la Nuova Cina che il popolo cinese ha costruito. L’ha costruita da solo, piuttosto che sfruttando il resto del mondo”.

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