Giuda il giovane rivoluzionario del movimento zelota

il regista Gioacchino Palumbo

Una serata magica, quella che si è svolta domenica 23 febbraio presso la Cappella Bonajuto, uno dei pochi edifici di rilievo superstite dell’epoca bizantina ( VI secolo d.C.) a Catania, dove è stata rappresentata l’opera del professore e regista Gioacchino Palumbo e ben rappresentata dall’attore Nicola Costa.
“Giuda” è il titolo, narra, in chiave poetica piuttosto che storica, come evidenzia il regista e autore, traendo spunto da autori quali J.L.Borges, De Quincey, J.Saramago, Amos Oz, G.Berto ma anche dall’lapocrifo Vangelo di Giuda.
Giuda è rappresentato quale giovane rivoluzionario legato al movimento zelota, presente in tutto il territorio di Israele durante l’occupazione romana dal primo secolo a.C. al primo secolo d.C.
La voce sicura, coinvolgente e persuasiva dell’attore, che veicola un profondo testo, attira l’attenzione del pubblico per più di un’ora. È un monologo.
Nel racconto si vive lo stato d’animo di Giuda, da prima dell’incontro con Gesù fino al compimento della sua missione.
L’attore attraversa, insieme al pubblico, le diverse fasi, invitando il pubblico a ” trasferirsi nel tempo e ascoltare ciò che Giuda ha da raccontare”.
Un Giuda dal carattere forte, descrive le condizioni dissacratorie della società di quel tempo tra connubi di interesse tra ebrei e romani. In questa società, dove si sperimenta una condizione “senza dolore di vivere e di morire”, c’è chi va alla ricerca del senso della vita.
Non sono pochi i presunti Messia che si presentano al popolo quali taumaturghi o leader, ma vengono puntualmente messi in condizione di darsela a gambe, fuggendo in altri territori o nascondendosi nel desolato deserto. Ma nella desolazione, ecco che appare la figura carismatica, forte e coraggiosa di Giovanni Battista, il non Messia che presenta Gesù, la figura che “sottomette”, dal portamento regale ben visibile sia prima che dopo il ritiro nel deserto.
Una Figura che è più facile AMARE che CREDERE.
Nello stesso tempo, una personalità non incasellabile, amorevole all’estremo talvolta, e dal volto duro come la pietra dall’altra. Misterioso ed enigmatico ma anche esplicito e diretto.
Giuda se ne innamora.
In Gesù i tempi si confondono.
Il racconto viene accompagnato e contornato da riflessioni filosofiche e domande esistenziali di Giuda.
Giuda talvolta si esaltava, quando Gesù, salito a Gerusalemme veniva osannato dalla popolazione o quando lo vede violento nei pressi del Tempio contro i banconi dei cambiavalute e dei commercianti. Ma deluso quando va a Betania e poi a Nazareth, sapendo di non essere ben accolto se non addirittura deriso e criticato.
Ne esce fuori un Giuda confuso e tormentato, quando, soprattutto verso la fine, vede un Gesù distante e distaccato quando è vicino alla prova finale.
Giuda, nato da padre ricco, non aveva certo bisogno di trenta denari. Ma si devono compiere le scritture.
Gesù deve essere consegnato ai pagani e qualcuno lo deve consegnare.
HAI PRETESO TUTTO, GESÙ, E TUTTO TI È STATO DATO.
Un testo profondo ed una lodevole interpretazione.
Infine, una nota di cronaca: gli applausi del pubblico sono stati preceduti dal ricordo di Franco, scrittore e amico dell’attore che ha recitato un passo dell’ultimo libro dal titolo “Libero di andare”.

Nella foto di copertina l’attore Nicola Costa interpreta “Giuda”

Nicola Costa interpreta “Giuda”

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