Il Carnevale nell’analisi antropologica di Antonino Buttitta
Tre brani tratti dallo scritto dal titolo “L’utopia del carnevale” di Antonino Buttitta, studioso di Antropologia culturale e docente presso l’Università di Palermo.
Cristo e Carnevale: “Cristo e Carnevale si richiamano a un comune archetipo ideologico. Non diversamente da Cristo, Carnevale è il capro espiatorio che si fa carico dei peccati del mondo, ma è anche l’eroe rigeneratore che trae questa caratteristica dal suo porsi come coincidentia oppositorum tra l’angoscia dell’esaurirsi del tempo e la speranza del suo immancabile rigenerarsi, tra il vecchio e il nuovo, tra la morte e la vita. Come gli altri dei ed eroi dell’orizzonte mitico egli perciò deve essere duale e questa dualità si deve innanzitutto esprimere nella dimostrata capacità di sapersi autoriprodurre al momento della morte, di rinascere. Non altro significato ha il parto della moglie di Carnevale”.
Caos-Cosmos: “Il carnevale è certamente da leggere mediante la dicotomia caos-cosmos. I tre momenti, non necessariamente in ordinata successione, in cui consiste il realizzarsi della festa sono: il prodursi di una situazione di caos in seguito all’esaurirsi del ciclo dell’anno. E’ il rischio della morte evidenziato dal ritorno dei defunti e dallo scatenarsi delle forze demoniache; la messa in opera di un insieme di atti intesi ad espellere ed eliminare le cause dei pericoli: testamento, uccisione e compianto di Carnevale; rigenerazione del tempo e imposizione di un nuovo ordine mediante l’inversione dei ruoli sociali. Le maschere hanno anche questa funzione”.
Il realismo grottesco: “La struttura ideologica sottostante la festa di Carnevale è il realismo grottesco, perché l’immagine grottesca caratterizza il fenomeno nel suo cambiamento, nella sua metamorfosi ancora incompiuta, nello stadio di morte e di nascita, di crescita e divenire. Il rapporto con il tempo, con il divenire, è un tratto costitutivo indispensabile dell’immagine grottesca”.
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