In risposta a Papa Francesco su Razzismo e Razza

Venerdì 18 ottobre, al Vaticano è stato inaugurato il Museo etnologico “Anima mundi” (L’anima del mondo) alla presenza del Santo Padre. Per l’occasione, Papa Francesco ha dichiarato: “la cultura del rancore, del razzismo, del nazionalismo, è sempre in agguato ed è una cultura selettiva, di numeri chiusi”.
Una cosa è il razzismo, altra cose sono le razze.
Sono le differenze a fare la differenza, per quanto minime. Ecco in piccolo la Teoria delle Catastrofi. Se tra le scimmie bonobo e gli esseri umani c’è il 98% di materiale genetico in comune, il 2% rimanente è decisivo per individuare le specie. Semplice logica. Non è una questione di quantità, bensì di qualità. Eppure la scienza per l’ennesima volta si è piegata a considerazioni morali che ne inficiano la oggettività. Come fu per le teorie razziali a favore di colonialismo e imperialismo, di nazismo e pulizia etnica, oggi il coro degli scienziati è quasi unanime nel sostenere la tesi opposta a quella, forzando ancora l’evidenza. Le razze non esistono? Se esistono le etnie non nascondiamo allora il sole dietro il dito, non è un affare di etichette. E per razze intendiamo un pool genetico di caratteri tangibili, chiari ma intrinsecamente instabili, come ben sa qualsiasi allevatore di galline; le reti nei pollai servono a questo. La geografia è un altro argomento peculiare della evoluzione, tra le tante altre condizioni ambientali casuali e selettive. Alle variabili si aggiungono psicologia e sociologia umane, senza dover stabilire per forza esattamente cosa e quanto sia storico o genetico. Umano, troppo umano.

Ph vatican.va

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