La Guantiera di dolci del Natale

Dicembre è arrivato e sembra quasi un mese come gli altri.

Oggi, siamo abituati a trovare in commercio quello che vogliamo in ogni periodo dell’anno.

Una volta non era cosi,  per poter gustare determinate leccornie bisognava attendere la ricorrenza per la quale venivano preparati.

Dicembre era il mese più ricco, sotto questo punto di vista, grazie, alle tante festività celebrate in questo periodo,  le case erano invase da dolci preparazioni, da nord a sud.

Sono cresciuto in Campania, nel napoletano e li, a dicembre, non c’è il dolce di Natale, a Napoli per Natale c’è la Guantiera dei dolci di Natale.

Nella “Guantiera” tipica troviamo Roccocò,  Mostaccioli,  Raffaiuoli e Susamielli.

Quando ci troviamo davanti questa scena, dovremmo operare una scelta, per non esagerare o sembrare scostumati, ma, dopo qualche istante, i buoni propositi sono svaniti e l’unica scelta che operiamo è quella dell’ordine in cui li mangeremo.

Susamielli 

Io di solito inizio con i Susamielli 

Sono di origine greca, in origine erano fatti con miele e sesamo, da qui il nome.

Sono conosciuti anche con il nome di Sapienze, dal nome delle suore del convento di Santa Maria della Sapienza che li preparavano già dal 1600.

Ne l 1559, nel Regno di Napoli ne fu proibita la produzione per preservare la farina alla sola produzione del pane.

Troviamo una ricetta nel libro del 1788 di V. Corrado dove vengono chiamati “Susamielli Nobili”.

Hanno la forma di S dall’ottocento in onore di Luigi Settembrini e sono composti con farina, mandorle, frutta candita, zucchero e Pisto.

Raffaiuoli

Proseguo poi con i Raffaiuoli

Sono dei dolci di forma ellittica, composti da 2 dischi di pan di Spagna bagnati e ripieni con la farcia delle cassate. 

Per questo motivo, sono conosciuti, anche, con il nome di Cassatine.

L’origine, secondo leggenda, vuole che siano stati creati nel 700, dalle monache Benedettine del convento di San Gregorio Armeno che avevano preso spunto dai Ravioli

L’etimologia del nome, potrebbe essere, una storpiatura della parola raviolo.

Mostaccioli

Dopo mangerei i Mostaccioli

Questi biscotti sono antichissimi, non sono originari del napoletano ma, a Napoli se ne produce una variante squisita.

Come suggerisce il nome fra gli ingredienti principali c’è il mosto

Ne parlava già Catone che li chiamava Mustacei

Erano preparati con Anice, Farina e Mosto ed erano conosciuti anche perché favorivano la digestione.

Nella versione napoletana curiosamente non si usa il mosto. 

La forma è romboidale e sono ricoperti di cioccolato.

In giro per le varie regioni li troviamo con il nome di Mustazzola,  Mustacciule,  Mastazzola,  Mostacin,  Mostazzolo,  So Mustazzol.

Roccocò

Per ultimi mangerei i miei preferiti i Roccocò

Roccocò che nascono a Napoli nel 1300 ad opera delle monache del Real convento della Maddalena, il nome deriva dal francese Rocaille per via della forma vagamente barocca.

Sono preparati con mandorle, farina, zucchero, canditi e Pisto.

Si usa prepararli il giorno dell’Immacolata e fino alla fine delle festività, chiudono i pasti delle famiglie partenopee.

Ne esistono di duri e di morbidi.

Si usa prepararli anche con le nocciole al posto delle mandorle. 

Talvolta vengono consumati intingendoli nel Vino Bianco o meglio nel Vermouth.

Se la Guantiera finisce non c’è problema, a Natale, a Napoli si fanno anche gli Struffoli

Curiosità:Il Pisto, che, è presente in tutte queste preparazioni, è una mistura di spezie, quali Cannella, Pepe, Noce Moscata, Chiodi di Garofano, Anice Stellato e Semi di Coriandolo.

Giorgio Ruggiu.

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