Le quote rosa sono figlie del me too

Le quote rosa sono l’ennesimo mentalismo che pretende di cambiare le cose in tavola semplicemente cambiando i nomi. Un segno di fortissima decadenza nella sinistra fu la creazione di élite sessiste, a precedenza di femministe e Arcobaleno, e la solita mentalità consumista trasformò un già discutibile costume in un imperativo categorico. Ricordo che mi furono proposti candidati sol perché erano gay senza alcun riguardo al rispettivo curriculum, o che il posticino a una femminista certificata era sempre garantito nelle liste. Ma tutto questo è neocon, è neocon come la nostra società è disperatamente femminista al di sopra dei numeri reali. Conformismo mortificante. I “soggetti sessuati” non valgono la lotta di classe e le prepotenze settarie delle femministe non sono mediate da alcuna discussione politica; hanno fatto il lessico della sinistra sostituendo dichiarazioni di nessuno spessore ai nostri contenuti autentici e originari. Così hanno fatto diventare qualsiasi scelta politica fondata su tesi e ragionamenti alla fine un semplice, forte fatto di costume. Tutto ciò rientra nel sistema: altri decide cosa mangiamo, respiriamo e facciamo, al posto nostro e nella prospettiva di alcune classi che ne traggono vantaggio e potere. I risultati sono grotteschi: “Dove stai andando, signora X”? “A Praga, al Forum delle donne: affronterò il discorso delle lavoratrici nel Terzo Mondo”. Ipse dixit. Avrei voluto chiedere a tale ottima persona chi realmente avrebbe rappresentato e quante la conoscevano al mondo. Una mentalità che ha devastato in nome del politicamente corretto l’intera Sinistra, ridotta a una nomenclatura e una moda, all’essere cioè di di sinistra. Penosissimo per me assistere alla sedicente sinistra andare puntualmente a farfalle, tutte le volte che celebrava persone come Cucchi.

Ph “Le suffragette”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *