Scene di un crollo emozionale: Il Signor Dopodomani paradigma della società omologante

Dopo aver conquistato le attenzioni del pubblico del Roma Fringe Festival 2019 (da più voci considerato come “il più importante festival mondiale di spettacolo dal vivo”), la tournée del monologo dal titolo “Signor Dopodomani” – testo di Domenico Loddo, regia di Roberto Bonaventura, interpretazione di Stefano Cutrupi – prosegue a Catania, sino a domenica 19 gennaio 2020 al Teatro del Canovaccio nell’ambito della stagione “Olodrammi” organizzata da MezzARIA Teatro.
Il delirante discorso del “Signor Dopodomani” ispira la riflessione sopra questo tempo culturalmente omologante e socialmente votato alla massimizzazione del profitto. Mali antichi. Già alla fine degli Anni Settanta, Laura Conti scriveva: “La persona ‘stravagante’ o ‘sciocca’ , che trovava un suo modo di vivere nel villaggio contadino, non viene tollerata dalla grande città, che circoscrive gli spazi di vita; si trova in pericolo nelle strade di grande traffico; non riesce a lavorare sulle macchine, tanto più pericolose dei semplici attrezzi di un tempo. Il risultato è che un minor numero di malati si cronicizza, cioè meno malati vengono rinchiusi nelle strutture manicomaniali, ma aumenta per contro il numero di coloro che vanno soggetti a ricoveri di poche settimane, però ripetuti, magari in decorose divisioni di neurologia. Aumenta cioè il numero di coloro che a poco a poco vengono frustrati nelle loro speranze di un buon inserimento sociale e lavorativo, vengono emarginati o costretti ad accettare umilianti ripieghi e la pubblica assistenza. Quando non trovano fittizio conforto nell’uso di sostanze stupefacenti”. Possiamo ben scrivere che il processo globale ha finito per consolidare un tale trend negativo, stante che l’aspirazione a creare masse eterodirette minimizza la “terapia causale”, intesa come facoltà del paziente di “modificare radicalmente la propria condizione di vita e di lavoro”.

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