Via Crucis diventerà una Via Lucis

Ph Vaticano – Papa Francesco

Le meditazioni della Via Crucis quest’anno raccolgono “l’invito” di Papa Francesco, così che “quattordici persone hanno meditato sulla Passione di Nostro Signore Gesù Cristo rendendola attuale nelle loro esistenze. Tra loro figurano cinque persone detenute, una famiglia vittima per un reato di omicidio, la figlia di un uomo condannato alla pena dell’ergastolo, un’educatrice del carcere, un magistrato di sorveglianza, la madre di una persona detenuta, una catechista, un frate volontario, un agente di Polizia Penitenziaria e un sacerdote accusato e poi assolto definitivamente dalla giustizia dopo otto anni di processo ordinario”.
In anteprima, proponiamo la riflessione del sacerdote accusato e poi assolto:
“Cristo inchiodato alla croce. Quante volte, da prete, ho meditato su questa pagina di Vangelo. Quando poi, un giorno, mi hanno messo in croce, ho sentito tutto il peso di quel legno: l’accusa era fatta di parole dure come chiodi, la salita si è fatta ripida, il patimento si è inciso nella pelle. Il momento più buio è stato vedere il mio nome appeso fuori dall’aula del tribunale: in quell’attimo ho capito di essere un uomo costretto a dimostrare la sua innocenza, senza essere un colpevole. Sono rimasto appeso in croce per dieci anni: è stata la mia via crucis popolata di faldoni, sospetti, accuse, ingiurie. Ogni volta, nei tribunali, cercavo il Crocifisso appeso: lo fissavo mentre la legge investigava sulla mia storia.
La vergogna, per un istante, mi ha condotto al pensiero che sarebbe stato meglio farla finita. Poi, però, ho deciso di rimanere il prete che sono sempre stato. Non ho mai pensato di accorciare la croce, nemmeno quando la legge me lo concedeva. Ho scelto di sottopormi al giudizio ordinario: lo dovevo a me, ai ragazzi che ho educato negli anni del Seminario, alle loro famiglie. Mentre salivo il mio calvario, li ho trovati tutti lungo la strada: son diventati i miei cirenei, hanno sopportato con me il peso della croce, mi hanno asciugato tante lacrime. Assieme a me tanti di loro hanno pregato per il ragazzo che mi ha accusato: non smetteremo mai di farlo. Il giorno in cui sono stato assolto con formula piena, ho scoperto di essere più felice di dieci anni fa: ho toccato con mano l’azione di Dio nella mia vita. Appeso in croce, il mio sacerdozio si è illuminato”.

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