Farm Cultural Park: un’esperienza internazionale nell’entroterra siciliano.
di Marilena Sperlinga
Il Farm Cultural Park di Favara gioca su un effetto sorpresa o di spiazzamento, un’esperienza artistica di livello internazionale che s’innesta in una cornice territoriale che potrebbe risultare inusuale per questo genere di stimoli.
Non solo street art, ma un vissuto artistico ed emozionale che arricchisce il territorio di molte sfumature.
Favara è un microcosmo dove il sapore della trinacria si tinge di un gusto contemporaneo che di primo acchito sembra appartenerle poco ed invece, se ci si immerge per i 7 cortili di questo piccolissimo paese, il vestito che la tenacia e la perseveranza di Andrea Bartoli e di Florinda Saieva le hanno cucito addosso, assume un significato profondo, che è scoperta, ma che è anche appartenenza.
Fra installazioni permanenti e mostre temporanee, scuole di architettura per bambini e musica dal vivo, ci si sente catapultati in una realtà meravigliosamente estraniante.
Una realtà che è stata creata, cesellata ed amata non solo da due dei suoi illustri cittadini, ma da tutti coloro che vivono questa terra ogni giorno; se prima i favaresi erano scettici, oggi sembrano in un certo senso correi di questa opera in costante divenire.
D’altronde il progetto nasce proprio per un sentire profondo di Florinda Saieva e Andrea Bartoli, il desiderio di lasciare Parigi e di far crescere le proprie figlie a Favara, trasformando questa realtà in un contesto costruttivo e stimolante.
Da Parigi a Favara, il salto potrebbe sembrare e per certi versi lo è, apocalittico, ma la sfida per questa famiglia è stata motivo di ulteriore coesione.
Il Farm Cultural Park è una fucina di idee, un luogo dove si percepisce entusiasmo e voglia di fare; Fra le iniziative più interessanti c’è sicuramente l’OPP Festival, Energie U18 un festival progettato e diretto da e per adolescenti.
Questi sono i tempi in cui youtubber, snapchat, tumblr fanno la differenza e creano opinione e non è un caso che OPP, diminutivo di Opportunity, nasca proprio da un’idea di un ragazzo, Martin. Una condensa di tre giorni in cui creatività ed arte a 360 gradi, vedono i giovani protagonisti, immersi in sperimentazioni e laboratori di tutti i tipi.
Workshop, presentazioni, speech ed esibizioni diventano un banco di prova, dove creare è la parola d’ordine.
Quest’anno il festival non si è potuto tenere per le restrizioni dovute alla pandemia, ma normalmente si tiene a cavallo fra Aprile e Maggio e porta a Farm i ragazzi delle scuole superiori di Favara e zone limitrofe.
Fra le righe si intuisce che la non partecipazione da parte delle istituzioni pubbliche, crei dei problemi soprattutto di carattere economico, ma lo spirito dell’intero centro è quello di creare opportunità nonostante tutto.
In una terra complicata come la nostra Sicilia, questo tipo di intraprendenza è solo valore aggiunto.
Ho avuto modo di contattare una progettista della cutural farm, Annamaria Grasso, una ragazza che collabora stabilmente con Andrea Bartoli e con la moglie Florinda ed è stata felice di illustrarmi anche altre bellissime iniziative marca Farm.
Un progetto molto interessante è SI Arch – South Italy Architecture Festival , progetto vincitore del bando “Festival dell’Architettura”, promosso dalla Direzione Generale Creatività contemporanea e Rigenerazione urbana del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo’.
SI Festival è un festival che vede la partecipazione di architetti, urbanisti, paesaggisti, antropologi, botanici, artisti e curatori provenienti da tutto il mondo per promuovere e riconsolidare il ruolo dell’architettura.
Doveva svolgersi a Marzo, ma a causa del Lockdown anche questo è stato posticipato dal 4 al 18 Settembre.
Annamaria ha definito questo progetto come il risultato della stessa mission di Farm. Motore immobile di tutto, il Farm Cultural Park è un centro culturale, dove la riqualificazione dei sette cortili attraverso architettura di alto livello, è stata fondamentale premessa per lo sviluppo stesso del progetto.
Un festival per tutti, non solo per architetti volto ad educare al valore della bellezza e della capacità che ha l’architettura di cambiare il punto di osservazione sulle cose.
Un altro progetto molto interessante, che si è svolto fra il 2018 e il 2019, è Libera Tutti.
Scritto dalla stessa Annamaria, da Florinda Saieva e da Serena Ribisi , il progetto ha avuto come protagoniste ragazze fra i 18 ei 30 anni di Favara, inoccupate e che non seguissero un percorso di studi.
Un progetto che Annamaria Grasso ha definito di empowerment femminile: venti ragazze dell’hinterland favarese che si sono messe in discussione, creando occasioni di crescita anche per le stesse progettiste.
Un confronto aperto che ha visto la partecipazione delle stesse progettiste ai 16 workshop, permettendo loro di implementare non solo le proprie conoscenze, ma anche di sviluppare un rapporto con il territorio più intimo e per certi versi più concreto.
Visitare il Farm Cultural Park è un’esperienza di crescita a tutti i livelli, permette di ampliare non solo i propri orizzonti conoscitivi, ma come tutte le esperienze che hanno a che fare con l’arte, ti lascia dentro un’emozione viva che pulsa di verità.