Le truffe immobiliari, quando di necessità si fa scorrettezza.

In occasione dell’Ortigia contemporanea, evento itinerante che si è tenuto ad Ortigia fra il 17 ed il 30 Giugno, Cronache Mediterranee ha avuto modo di ammirare l’isola, ma anche di confrontarsi con le zone d’ombra che rappresentano il limite di ogni contesto, più o meno provinciale che sia.

Fra i tanti racconti che abbiamo raccolto, ci ha colpito la storia di una ragazza, che per comodità chiameremo Giulia.

La truffa e lo stato d’animo dei truffati

Ci ha colpito perché il fenomeno delle truffe immobiliari è un fenomeno diffuso e che spesso infierisce sui più deboli o su coloro che non hanno una rete di appoggio su cui poter contare.

Giulia si trova a dover avere un luogo dove stare, le traversie della vita l’hanno defraudata del suo habitat naturale, persino della sua attività ed ha bisogno di trovare “un rifugio sicuro” il più in fretta possibile.

Contatta telefonicamente quello che, successivamente, ha scoperto essere un noto truffatore.

Se hai fretta ed hai bisogno, credere di aver trovato una soluzione diventa la chimera agognata che prende forma. Forse ti annebbia, sei meno lucida.

Gli specchietti per le allodole

Le foto che le invia sono di una casa luminosa, molto bella che si affacciava sul Castello Maniace.

Lei è impelagata in mille questioni da risolvere, non può vedere l’immobile, decide di fidarsi perché non ha alternative.

Giulia fa il bonifico con i tre mesi di affitto e la cauzione.

Incominciano le incertezze, si confronta con i suoi amici e si insinua il dubbio, che è sospetto ma sta per diventare certezza.  Il soggetto in questione è conosciuto, non solo dai suoi amici che la allarmano e non poco, ma da molta gente che è stata truffata con lo stesso sistema.

Il lieto fine

Tutto tace e di questo signore Giulia non ha più notizie per molti giorni. Le chiamate rimangono non risposte ed ogni messaggio ignorato.

Un suo amico interviene e riesce a contattarlo, lui si giustifica…” ero a lavoro”, “scusami, mi sarei fatto sentire io”. Fino a quando le fissa un appuntamento, il 16 agosto si sarebbero visti in piazza Archimede.

Giulia si reca all’appuntamento, ma non va sola. Non si fida. Lui temporeggia. La casa non è ancora pronta, ci sono le pulizie da ultimare, ma Giulia incalza e alla fine la spunta, il signore decide di darle le chiavi e la via di questo fantomatico appartamento, ovviamente collocato in tutt’altra zona, lontano dal bellissimo appartamento che Giulia aveva in mente.

È comunque contenta, ha trovato una casa ed anche se non è quella della foto, è sicura che sarà il porto sicuro che stava cercando. In effetti, Giulia aveva ragione, quella diventerà casa sua, ma non prima di imbattersi in altri problemi.

Lei e la sua amica si recano sul posto, bussano alla porta e non solo non è quella casa, ma non è proprio una casa. È un magazzino, un pianterreno non ben identificato, la porta divelta e dulcis in fundo dentro trova otto ospiti, extracomunitari che dormivano in condizioni precarie dentro un sacco a pelo. Non vuole cacciarli, c’è anche un minore e pagano 50€ a notte per stare in un posto dove non c’è né acqua, né luce.

Sono loro che, compresa la situazione, decidono di andare via.

Giulia è caparbia, si è messa in testa di trasformare una grotta putrida e fatiscente in una casa e lo fa chiedendo aiuto a chiunque e a prezzi esorbitanti. Alla fine, riesce a trovare l’aiuto giusto ed inizia il lungo cammino di trasformazione di quella che oggi sembra una casa da copertina, una casa che ha come complemento d’arredo principale il calore umano e la simpatia ospitale di Giulia.

Indagando, Giulia scopre che tutto questo era stato fatto all’insaputa della proprietaria dell’immobile; vuol vederci chiaro e dopo una visura catastale contatta la coppia di proprietari, mortificati ed ignari di come l’immobile fosse gestito dal fraudolento intermediario.

Il soggetto in questione lavora in prefettura e Giulia ci tiene a ribadirlo, ma ha il sorriso quando ci dice orgogliosa di quante persone si fermano ammirate dalla sua casa, oggi questa è casa mia e l’ho resa stupenda, è stato un anno duro ma alla fine ce l’ho fatta.

Anche noi di Cronache siamo rimasti ammirati dalla sua casa, ma il pezzo forte è la determinazione di Giulia che è andata oltre la cattiveria e la spregiudicatezza di chi l’ha ingannata per fare della sua storia un happy end meritatissimo.

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