La mostra “Territori intermedi” del fotografo urbano Gabriele Basilico al Castello Ursino, a Catania. Un racconto essenziale ed un viaggio fra città differenti.
Gabriele Basilico, classe 1944 e scomparso nel 2013, architetto fin dal 1973 e fotografo urbano per vocazione, approda con foto per lo più inedite al Castello Ursino, dal 17 Settembre2021 fino al 06 Gennaio2022.
Il Castello Ursino fa da cornice, prestando le sue possenti mura a foto rubate al tempo e che sanno raccontare le città con un occhio del tutto disincantato.
Per Gabriele Basilico la città è un racconto fenomenico, non si pone l’annosa questione di distinguere fra ciò che è bello e ciò che non lo è, focalizza la sua attenzione sul modo di osservare, la sua è una lotta per restituire ai luoghi una bellezza che non hanno mai avuto.
In questo senso va oltre il discorso metodologico, la sua osservazione è un resoconto attento che vive dell’alternanza fra pieni e vuoti, luci ed ombre, linee orizzontali e linee verticali.
La sua foto si pone l’arduo obiettivo di trasformare la tragedia, una mitopoiesi che assume i connotati dell’arte.
L’attesa del momento opportuno per scattare è un rito catartico ed è lui il primo a sorprendersi dinanzi ad una luce che rischiara il brutto, per dargli una nuova veste.
Un approccio visionario, fatto di lunghe pause e di un’azione benefica dell’immaginazione, per dare colore e corpo a semplici sensazioni.
Da Mosca fino a Beirut, passando per Valencia, Santiago del Cile o San Francisco, le città ci appaiono autentiche e con una prospettiva sociale che va oltre anche la denuncia. È la stessa fotografia a restituire dignità dimenticate, è la vita che scorre ed i muri la raccontano.
I muri ma non solo i muri, le ampie vedute sono infatti la rappresentazione di una contemporaneità che inevitabilmente accade.
Gabriele Basilico si ispira a pittori come Bernardo Bellotto o a Francesco Guardi per ammirare e farci ammirare una vita che dentro quegli spazi riesce a vibrare.
Le trasformazioni del paesaggio urbano sono quei territori intermedi che Gabriele Basilico sa comprendere nella loro essenziale complessità e questa mostra rappresenta una restituzione di un lavoro di ricerca che trasuda emozioni mascherate da caseggiati, strade e spazi urbani, a volte semplicemente dimenticati.