Casa museo “Stanze al Genio” a Palermo, una realtà di nicchia in un quartiere difficile.
Se ci addentriamo nei meandri del centro storico di Palermo e ci affacciamo nel quartiere Kalsa, saremo catturati dalle mille contraddizioni di questa città, luci ed ombre che si esprimono attraverso la storia di questa metropoli del Sud, una storia che ha lasciato impronte tangibili di un percorso millenario, grazie a monumenti, palazzi e musei.
Museo delle maioliche palazzo Piraino
Fra le tante sorprese che questa città può riservarci, al civico 11 di Via Garibaldi troviamo il palazzo Pirajno, una casa museo, che è anche un B&B.
Il nome della casa museo “Stanze al Genio” deriva dalla fontana del Genio, sita nella vicina Piazza Rivoluzione.
Si tratta di un appartamento privato, all’interno di una parte del piano nobile di Palazzo Torre Pirajno. Il Palazzo si trova nel quartiere storico della Kalsa ed è stato edificato tra la fine del XVI secolo e gli inizi del XVII secolo nell’antica via Porta Termini, oggi ribattezzata via Giuseppe Garibaldi. Il museo dunque è insediato in un palazzo nobiliare, che è stato di proprietà dei Fernandez di Valdes e dei Torre-Benso oltre che dei Pirajno.
Abbiamo avuto modo di conoscere uno degli attuali proprietari, nonché fondatore dell’associazione che ne gestisce gli eventi a carattere culturale, Pio Mellina.
Collezionismo della casa delle maioliche
Pio Mellina si definisce ed è un collezionista, che all’interno dell’associazione svolge il ruolo di curatore delle collezioni. Possiede una parte del palazzo, cioè una parte del piano nobile dove ha sede la Casa Museo delle Maioliche “Stanze al Genio” ed una parte del secondo piano dove ha sede il B&B del Museo.
Le due strutture sono gestite da quasi due anni da una società che si chiama Wupa srl, e l’Associazione collabora con la società per la gestione degli eventi.
A muovere Pio Mellina, come accade quasi sempre per questo genere di attività, è la passione ed è lui stesso a dirci che “la passione per le mattonelle in ceramica e per altre forme di collezionismo minore, in termini di numero di pezzi esposti – scatole di latta, vecchi giocattoli, formelle in terracotta, cancelleria d’epoca etc, è un qualcosa che mi ha sempre accompagnato nel corso della vita”. Una passione che non si ferma e che viene incrementata giorno per giorno da nuove acquisizioni.
Nata, come la maggior parte delle passioni, quasi per caso, nel tempo è cresciuta, maturata e si è strutturata, prendendo forma come una casa museo, in cui pezzi potessero essere esposti.
L’idea era quella di aprire gli spazi al pubblico, nella sua Palermo, la città che ha definito “bella, ma difficile”.
L’associazione è nata per attuare quest’idea e per rendere fruibile al pubblico questo patrimonio, ed è nata all’insegna dell’amicizia.
E’ stata infatti fondata da 4 amici che, tutt’ora, sono all’interno della gestione dell’Associazione. Pio Mellina specifica: “Io sono il collezionista di mattonelle ed altri oggetti, Antonio (Antonio Perna n.dr.) il collezionista di cancelleria d’epoca, Davide ( Davide Sansone n.d.r.) il restauratore e Claudio (Claudio Ianelli n.d.r.) la persone che si occupa delle visite e degli eventi. Negli anni ci sono state nuove collaborazioni e ultimamente si è preferito far gestire le due strutture ad una società per dividere ancora meglio l’aspetto gestionale, seguito dalla società e l’aspetto culturale, seguito dall’Associazione”.
Ceramica Siciliana e non solo
Il percorso museale si snoda fra la Sala d’ingresso, la sala Neoclassica, passando per la stanza dei fiori, quella dei vasi e concludendo con la sala liberty ed è una collezione che potremmo etichettare del Sud Italia, con prevalenza di pezzi siciliani e campani.
Nel visitare il museo ci siamo posti il quesito se si fosse mai pensato di arricchire con maioliche internazionali la collezione, magari con maioliche islamiche portoghesi o con maioliche tipiche spagnole, le cosiddette azulejos, ma Pio Mellina in questo è stato molto chiaro, dicendoci che:
“la collezione, che è una tra le più grandi visitabili in Europa, ospita oltre 5200 esemplari di pavimenti maiolicati che vanno dalla fine del 1400 agli inizi del 1900. I pavimenti maiolicati erano prodotti in Sicilia ed in Campania e la suddivisone dei pezzi è stata fatta in relazione all’epoca ed alla provenienza geografica, grazie alla storica dell’arte Dott.ssa Maria Reginella. Esistono già dei musei straordinari che raccontano le maioliche portoghesi, islamiche, spagnole così come quelle vittoriane o quelle olandesi per cui abbiamo ritenuto non necessario inserire cose già esposte magnificamente altrove e dedicare tutto lo spazio alla produzione dei pavimenti maiolicati italiani”.
Porcellane antiche lettura oltre l’antiquariato
Chiunque si lasci affascinare da questo percorso museale, noterà anche richiami alle maioliche di stampo orientale, con le decorazioni tipiche dei vasi greci ed è lo stesso Mellina a sottolineare come “la bellezza della produzione italiana è proprio la capacità di trarre spunto da cose diversissime tra loro, che vanno dalle scoperte di Pompei ed Ercolano, alle collezioni classiche, ai tessuti, alle collezioni provenienti da altri paesi, ai marmi misti, ai motivi a tema ornitologico, floreale, ai motivi geometrici, ai paesaggi e molto altro ancora che hanno caratterizzato una produzione assolutamente straordinaria”.
Una magnifica esposizione di pavimenti maiolicati che include dunque preziosi esemplari di maioliche medievali e rinascimentali.
Una realtà che si sostiene con le proprie forze e che guarda alle sponsorizzazioni in termini positivi, senza nessuna preclusione per marche famose di piastrelle di ceramica italiana o perché no, anche tipicamente spagnole, ma famose in Italia, come la Lladrò.
A questo riguardo Pio Mellina ci ricorda che : “le sponsorizzazioni sono fondamentali per strutture come la nostra, ospitiamo campagne pubblicitarie, donazioni, eventi di varia natura al fine di poter incrementare il lavoro che facciamo; ben vengano tutte le sponsorizzazioni possibili, in una città dove il centro storico sembra sempre più uno stand della fiera e non un luogo monumentale e dove la Sicilia resta ai margini dei percorsi internazionali turistici, perché non viene promossa da nessuno”.
Una vera via dei tesori
Un altro esempio di quella Sicilia proattiva che valorizza i propri punti di forza e guarda al futuro con ottimismo.
In questa casa museo, si ha un’opportunità che può sviluppare catene di eventi positivi e flussi turistici all’insegna di una cultura dell’ospitalità e della promozione del territorio. Non è infatti usuale rendere accessibile a tutti una grandissima selezione di moduli decorativi che, per secoli, hanno permesso ai nostri artigiani di realizzare pavimenti meravigliosi.
D’altra parte, trovandoci all’interno di una casa museo e non solo di un museo dedicato ad i pavimenti maiolicati, la creazione di spazi dedicati alle collezioni minori, rappresenta un diversivo divertente che invita il visitatore ad una serie di riflessioni sull’evoluzione che ha avuto il design degli oggetti più banali e di uso comune, ai tempi di una massificazione sempre più aggressiva che spesso trascura il bello, rendendolo uno standard al ribasso.
Questo, probabilmente, è il vero punto di forza di questa esperienza di visita, un’immersione in un contesto che è museo, ma che è comunque e prevalentemente la casa di un collezionista, che apprezza la bellezza e la particolarità in tutte le sue forme.