Cocullo, San Domenico e la Festa dei Serpari

(di Franco Pasquale) 

Eremo di San Domenico Abate

Molti dei nostri più recenti articoli hanno sottolineato l’importanza degli itinerari turistico-religiosi in Abruzzo.

Oggi ci occupiamo di San Domenico. Ma – è bene chiarirlo subito – gli abruzzesi, quando si riferiscono a San Domenico, non pensano al San Domenico di Guzman, lo spagnolo fondatore dell’ordine dei domenicani.

In Abruzzo, il religioso che porta questo nome è San Domenico Abate (detto San Domenico di Foligno, per esservi nato nel 951, o anche San Domenico di Sora, per esservi morto nel 1031).

E che cosa c’entra allora l’Abruzzo con un Santo nato in Umbria e morto nel Lazio, comunque vissuto più di un secolo prima che il frate spagnolo venisse al mondo?

Il monastero Benedettino

Monaco benedettino, dopo aver fondato un monastero in provincia di Rieti, San Domenico abbracciò la vita eremitica anche per sfuggire alla fama di santità che si stava creando intorno a lui.

Precursore dello stile di vita monastica, che vide la maggior fioritura nei secoli successivi, alla stabile comodità di un’abbazia preferì sempre la predicazione itinerante e presto giunse in Abruzzo, nei pressi del lago di Scanno per diffondere anche in quei luoghi la regola di San Benedetto.

A non molta distanza da Scanno, dunque, il Santo fondò un monastero (San Pietro de Lacu) intorno al quale man mano sorse il primo nucleo di quello che poi diventò l’attuale Villalago e proprio ai piedi di quest’ultimo piccolo comune (poco più di 500 abitanti) si stende appunto il lago denominato di San Domenico.

Il lago di San Domenico è un lago artificiale creato nei primi decenni del secolo scorso, e sulle sue rive ora sorge un eremo costruito diversi secoli dopo la morte del Santo, quando il suo culto si era già diffuso e consolidato nella zona.

Scoprire l’Italia che nessuno conosce

Ma è proprio in quel luogo che, in una grotta scavata nella roccia, dimorava san Domenico nelle sue meditazioni.

Venerato a Villalago, dunque, la celebrazione più nota e caratteristica che si dedica all’abate di Foligno si svolge però il primo maggio di ogni anno a Cocullo, un comune ad appena 15 chilometri di distanza, anch’esso in provincia de L’Aquila.

Miti, leggende e miracoli

A Cocullo infatti, il santo operò diversi miracoli ed in particolare pare abbia guarito una giovane dal morso velenoso di un serpente.

Oggetto di studi accurati, la festa, detta “dei serpari”, è certamente una derivazione di antichi culti pagani del popolo italico dei Marsi.

Considerati quasi sacri perché immuni al morso dei rettili, i serpari (nel medioevo chiamati “ciaralli”) possiedono anche una particolare abilità per catturare i serpenti.

Uno degl’eventi piu’ strani in Italia

Il giorno della festa, dunque, i serpenti, riposti in appositi cesti, vengono portati presso la chiesa di san Domenico e, al termine della messa, i fedeli li prendono per addobbarvi la statua del Santo (cosiddetta “vestizione”) che viene poi portata in processione per il paese.

Ovviamente anche coloro che seguono o assistono alla processione, turisti compresi, recano in mano, o si cingono il collo o le braccia con uno o più serpenti.

Serparo

Quest’anno il Covid 19 ha impedito lo svolgimento del rito, ma per il mese di agosto sono previsti alcuni eventi sostitutivi, con il giusto distanziamento, per onorare comunque il santo di Foligno cui è dedicata questa strana festa, miscuglio di paganesimo e di cristianità.

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