FAR RIPARTIRE LA SICILIA

ECCO LE NUOVE PROPOSTE DI CONFIDUSTRIA

Lo scorso 1 dicembre il Ministro per Il Sud e la Coesione Territoriale Giuseppe Provenzano ha incontrato in web conference i vertici di Confindustria di Catania e Siracusa, di Sicindustria e della Piccola industria provinciale e regionale, per confrontarsi sul piano di rilancio dell’economia industriale Siciliana. La proposta unitaria è connotata da alcuni punti salienti:

“Fiscalità compensativa per il Sud. Sblocco delle Zone economiche speciali (Zes). Investimenti per lo sviluppo delle infrastrutture. Misure per l’innovazione. Incentivi per l’occupazione e per gli investimenti produttivi nel Mezzogiorno. Transizione energetica nel quadro del Green New Deal”.

“Il tessuto imprenditoriale siciliano – affermano il presidente di Confindustria Catania, Antonello Biriaco, il vicepresidente vicario di Sicindustria, Alessandro Albanese, e il presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, vive una fase di crisi che per molte piccole e medie imprese potrebbe significare un punto di non ritorno. In Sicilia il lockdown ha bloccato il 58% delle attività produttive. Nel secondo trimestre del 2020 sono andati in fumo 6 miliardi di euro e 76 mila posti di lavoro. Occorre agire subito e non solo per garantire la sopravvivenza delle imprese con ristori immediati ma per imprimere una svolta alle politiche di coesione territoriale. In tempi certi e con obiettivi definiti si deve ricucire la frattura sociale ed economica che separa Nord e Sud e permettere lo scatto in avanti dell’economia siciliana. Fiscalità compensativa, investimenti infrastrutturali, avvio delle Zone economiche speciali e incentivi mirati alla ripresa degli investimenti produttivi sono i pilastri portanti di una ripartenza possibile della Sicilia”.

La decontribuzione Sud è una soluzione che dà ossigeno per imprese e occupazione prevedendo l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro del Mezzogiorno, in misura pari al 30%, introdotta dal “decreto agosto”.

Recovery Fund, fondamentali per connettere la Sicilia all’Europa attraverso il corridoio Scandinavo-Mediterraneo, potenziando lo sviluppo della logistica, delle infrastrutture portuali e del trasporto terrestre. I porti siciliani, in particolare, rischiano altrimenti di rimanere tagliati fuori dalle nuove rotte commerciali perché non adeguati agli standard europei e non collegati a un organico sistema intermodale.

Fiscalità di vantaggio e semplificazione burocratica sono i due pilastri della strategia di attrazione degli investimenti nelle Zone economiche speciali (Sicilia Orientale e occidentale), nell’ambito dell’economia portuale. Ancora bloccate ai nastri di partenza per via della mancanza di attuazione della fase operativa per accedere ai benefici destinati agli investimenti.

Ulteriori vantaggi deriverebbero dall’inserimento nella manovra di Bilancio 2021 della proroga del credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali fino al 2022 con uno stanziamento annuale di un miliardo di euro e il rinnovo del credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo.

Inoltre La legge di bilancio 2021 prevede lo stanziamento di 50 milioni di euro annui nel 2021-2023 per la costituzione di Ecosistemi dell’innovazione nelle regioni del Sud, per incentivare la collaborazione tra imprese e sistema della ricerca e favorire il trasferimento tecnologico. Questa misura rientra appieno negli obiettivi comunitari e rappresenta il “collante” per consolidare, in un’ottica di filiera, la trasformazione tecnologica delle piccole e medie imprese.

Valeria Barbagallo

Fonte Confindustria Catania

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