L‘ assedio di Alesia , Cesare conquista la Gallia .

Erano già sei anni che Cesare si trovava impegnato nella guerra contro le tribù galliche che avevano intrapreso una pesante campagna contro Roma con l‘ intento di conquistare l‘ attuale Fracia. In questi sei anni Cesare aveva espanso i domini di Roma , aveva fatto un paio di incursioni in Inghilterra, era arrivato nelle Germanie dove nel 55 a.c. aveva costruito il primo ponte stabile sul Reno. L‘ eco delle sue vittorie incendiavano una parte dei Romani mentre tra i senatori si avvicendavano stupore e malumori, spesso dovuti alle sanguinose rappresaglie che le legioni di Roma apportavano alle popolazioni nemiche. Lo stesso Cesare non lesinerà dettagli al limite del macabro che racconterà con il suo stile asciutto nel : Debello Gallico .
„Cesare decise di far intervenire una legione, delle 1.400 persone che facevano parte della tribù ne sopravvissero meno di duecento, non furono risparmiati ne i vecchi indeboliti dalla malattia, ne le donne e neppure i bambini“, così racconta lo stesso Cesare. Anni dopo il naturalista e uomo di stato Plinio il vecchio, in riferimento ai fatti delle galline conierà per la prima volta il termine di Crimini contro l‘ umanità .

Nel 52 a.c. Il capo degli Arverni Vercingetorige era alla guida della più grande coalizione di tribù galliche che aveva il chiaro scopo di scontrarsi una volta per tutte con Cesare e prendersi la Gallia. Alla fine dell‘ inverno lentezze di Vercingetorige attaccano alcuni accampamenti ed uccidono uomini di Roma, Cesare parte con tre legioni per affrontare il nemico . I due esercito si scontreranno in brevi battaglie fino a che Vercingetorige decise di ritirare tutte le truppe nella fortezza di Alesia sentendosi al riparo senza sapere che sarebbe diventata la tomba per il suo esercito. Cesare decide infatti di assediare tutta la città costruendo die serie circolari di mura in legno e fossati protetti da torri per impedire agli abitanti della città qualsiasi possibilità di approvvigionamento da parte dell‘ esterno. Vercingetorige provò a sferrare un attacco durante i lavori di costruzione della seconda linea di contenimento decisa da Cesare ma fu inutile. Passate le settimane e terminato tutto il frumento il capo dei galli decise di far uscire dalla città tutte le persone non in grado di combattere, per lo più donne bambini e vecchi confidando nel fatto che Cesare gli avrebbe lasciato andare ma così non fu, furono lasciati nella terra di mezzo tra le mura romane e le mura di Alesia fino a quando non furono costretti a rientrare in città .

Vercingetorige aspettava un esercito che corresse in suo soccorso e quando arrivò decisero di sferrare l‘ attacco finale da ambo le parti ma con una perspicacia militare degna di un abilissimo condottiero Cesare riuscì a contenere l‘ attacco e approntare una difesa, fu una strage. Il resto dei sopravvissuti rientrò nella città , Cesare decise di aspettare nella sua tenda da campo allestita al centro dell‘ accampamento romano. Il mito racconta che Vercingetorige si presenterà a cavallo difronte a Cesare gettando le sue armi a terra in segno di resa .

Le conseguenze furono la totale annessione della Gallia a provincia di Roma , le poche tribù rimaste ostili sterminate, Roma divenne l‘ unica cultura rimasta in tutta l‘ area del mediterraneo e Vercingetorige fu trasferito a Roma nel carcere Mimirtino, il più antico della città nel foro romano dove passo gli ultimi sei anni della sua vita. Fu portato ed esposto durante la marcia del Trionfo di Cesare al foro una volta rientrato in città e poi strangolato alla fine della parata come previsto dal protocollo riservato ai condottieri nemici catturati vivi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *