Le idi di Marzo, il Cesaricidio.

Dal 49 a.c. cioè dopo l‘ attraversamento del Rubicone fino al 44 a.c. giorno fatale di cui andiamo parlando, Cesare è impegnato su molti fronti, interni e internazionali.

Il nemico da abbattere adesso si chiama Pompeo, prima suo alleato, adesso suo acerrimo nemico, sostenuto da diverse legioni e buona parte del senato che viveva nel timore che si venisse ad instaurare un nuovo regime monarchico.

Cesare tornato a Roma aveva cominciato infatti ad operare una serie di riforme, la più famosa quella del calendario, aveva sconfitto le fazioni dei suoi oppositori , Pompeo in primis, guerreggiando in mezza Europa e festeggiando trionfi che avevano accresciuto il suo forte impatto sui cittadini di Roma .

Cesare aveva cominciato ad accentrare su di se tutte le più alte cariche dello stato e gestire in maniera quasi autonoma la cosa pubblica restando però sempre all‘ interno del tessuto costitutivo romano che lo prevedeva con il ruolo di dittatore massimo.

Ma parte del senato come detto mal tollerava questa nuova gestione dello stato, Cesare faceva paura, paura che il senato perdesse di importanza, paura che fosse reintrodotto nuovamente un sistema di gestione monarchico, monarchia che non si era più vista a Roma dalla cacciata dell‘ ultimo re Tarquinio il superbo.

La cronaca di quel fatidico giorno si sviluppa così . Cesare è nella sua casa e resta titubante sul presiedere o no ad una seduta del senato, la moglie lo aveva reso a conoscenza di un brutto incubo fatto la notte stessa, il tetto della casa crollava seppellendoli vivi.

C‘ è un suo conoscente e collaboratore che si aggira per casa e lo convince ad uscire e raggiungere il senato, Cesare esce di casa, è senza scorta. Arrivato a destinazione entra dentro la curia di Pompeo, il senato era chiuso per restauri, un gruppo di senatori lo accerchia, Cesare non capisce che cosa stia succedendo quando parte la prima coltellata.

Saranno 28 in totale. Vistosi perso si copre il volto con la tunica e cade a terra. Si dice che durante il tragitto fosse stato avvicinato da qualcuno che gli avrebbe passato un biglietto in cui si parlava della congiura , Cesare quel biglietto non lo lesse mai.

Mentre il corpo di Cesare giace a terra e senza vita i congiurati escono dall’ edificio, qualcuno urla che il tiranno è morto ma il popolo non reagisce e Roma cade in un gelo profondo e funereo.

Il piano prevedeva che il corpo fosse fatto a pezzi e gettato nel Tevere ma così non avverrà e quel cadavere esposto per un popolare compianto servirà a scatenare nei successivi anni quella rivoluzione cominciata dallo stesso Cesare che vedrà come esecutore ultimo suo figlio adottivo, Augusto Ottaviano che diventerà il primo imperatore.

Emanuele Maria Pinto

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