Le radici comuni della civiltà in una torta

Chef Giorgio Ruggiu

Al mondo esistono migliaia di popolazioni, con usi, costumi, tradizioni e lingue diversissime fra di loro.

Le varie etnie che hanno colonizzato il globo,nel corso dei secoli,hanno sviluppato numerose regole di vita, anche nel nutrirsi, dettate da diversi motivi. Dai credi religiosi alle abitudini alimentari.

Questo ha fatto si che trovare una preparazione che li accomuni è quasi impossibile. Se non fosse che esiste una preparazione, dolce, che fin dai tempi dell’antica Grecia, ha accompagnatolo scandire del tempo.

Le prime tracce scritte di questo dolce risalgono, addirittura, al nono secolo avanti Cristo. Ed anche se la preparazione non era accurata come quelle moderne, si potevano già notare i tratti distintivi di questo dolce.

La base composta da un impasto a base di farina, la farcia a base di formaggio, erbe e frutta ad aromatizzare ed il miele ad addolcire il tutto. Nell’antica Grecia,si usava prepararla per nutrire gli atleti che partecipavano ai giochi olimpici. La sua diffusione dalla Penisola ellenica, dove oggi si chiama Mizitrophita, si deve probabilmente ai romani che grazie all’impero la fecero conoscere in giro per il mondo antico.

I fenomeni migratori hanno poi completato l’opera. La facilità nel reperire ingredienti similari a quelli usati dai greci e la bontà della preparazione ne hanno decretato il successo. Un successo talmente grande che, ad oggi esiste una versione di questa torta in ogni paese ed in certice ne sono addirittura diverse.

La sua popolarità è arrivata fino in Australia dove la preparano arricchita con frutta esotica. La troviamo anche in Sud Africa, dove probabilmente come in Australia, è arrivata grazie agli inglesi, infatti la loro preparazione assomiglia molto alla cheese-cake.

Esiste la versione indiana,chiamata Orissa. La sua bontà ne ha permesso la diffusione veramente dappertutto. Nelle Filippine la chiamano Cracker Graham, in Portogallo Quaijada, in Russia Kokolèvskaya Vatrùshka, nei paesi anglosassoni è popolarissima e si chiama Cheese-Cake, in Germania Kasekuchen, in Austria Topfenkuchen, in Svezia Ostkaka.

Le versioni sono tantissime, praticamente una per ogni paese. Le scuole di pensiero sulla sua preparazione sono varie. In Italia ne esistono diverse versioni. In pratica in ogni regione ne possiamo trovare una versione.

Fra le più popolari ci sono la Torta di ricotta che si fa nel lazio, dove ne preparano anche un’altra versione chiamata Laurina. Le Formaggelle (Casadinas o Pardulas) che si preparano in sardegna, le famosissime Pastiera Napoletana e Cassata Siciliana. Il Fiadone dolce che si fa in Abruzzo, il Robiolino che si fa nel pavese.

Curiosamente, in Italia, le varie versioni sono accomunate anche da un’altra peculiarità.

Da tradizione, si preparano in occasione della festività pasquale. La diffusione di questo dolce è talmente vasta da essere stata scelta dagli Esperanti come dolce simbolo. Insomma che voi usiate la ricotta, il quark, la philadelphia, il neufchatel, lo skyr, la frutta fresca o secca, i biscotti o il pan di spagna.

Quella che state preparando non è solo una torta, è un asse del ponte che unisce i popoli del mondo.

Giorgio Ruggiu.

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