L’erba di San Giovanni, cura naturale contro molti disturbi comuni.

Campo di Iperico

Raggiunge la massima fioritura proprio a fine Giugno in coincidenza con la celebrazione di San Giovanni, motivo per cui viene comunemente chiamata così o con l’appellativo di “erba schiaccia diavoli”. Il suo termine scientifico è “iperico”, pianta a foglie gialle facilmente reperibile lungo gli argini delle strade , ai bordi dei campi o nelle radure dei boschi. Le sue origini risalgono ai tempi degli antichi greci e romani e veniva impiegata, per la sciatica , per le scottature , per la malaria, per i morsi dei serpenti.

Nei secoli sono state sperimentati nuovi impieghi per altre patologie.

Le sue proprietà benefiche sono molto efficaci contro disturbi comuni. Vengono utilizzate le sommità della pianta e poi una volta essiccate sono utilizzabili i suoi principi attivi.

A dispetto della sua semplicità, l’iperico ha grandi proprietà antinfiammatorie, antidolorifiche, cicatrizzanti, astringenti, ipotensive e digestive. È utilizzato inoltre anche contro i disturbi della menopausa, dei cambiamenti d’umore, contro il disturbo della concentrazione, per le palpitazioni e disturbi ossessivocompulsivo.

Gli studiosi hanno rinvenuto anche altri tipi di proprietà. Può infatti servire a curare le emicranie, piccoli esaurimenti nervosi, reazioni patologiche a seguito di interruzione da dipendenza del fumo, la sindrome del colon irritabile, alcune forme di tumori , epatite c, depressione.

Grazie ai principi attivi quali gli olii essenziali, i flavonoidi, i tannini, l’ipericina, l’acido clorogenico e caffeico, contenuti in percentuali variabili nella pianta, a seconda dello stato di fioritura, contribuiscono complessivamente a curare le varie patologie, piuttosto che singolarmente.

Sono poche le controindicazioni all’uso dell’iperico, tra cui la fotosensibilizzazione nel caso di eccesso di dose, incompatibilità con alcuni anticoncezionali e farmaci antidepressivi SSRI. Inoltre non va assunto in età pediatrica o in gravidanza e allattamento.

Valeria Barbagallo

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