MARITO-PADRE O MARITO E PADRE

di Valeria Raciti

Vi siete mai chiesti se la figura del marito e quella del padre oppure quella della moglie e della madre debbano necessariamente coincidere?

Forse non esplicitamente, ma leggendo alcuni fatti di cronaca oppure, semplicemente, guardando la nostra vita o quella delle persone che ci circondano, sicuramente sarà capitato a tutti di riflettere, almeno una volta, su questa tematica.

Quando due persone decidono di legare per sempre le loro vite con il vincolo del matrimonio, si scambiano promesse che in quel momento, colti dalla meraviglia e dalla magia, credono fermamente di poter rispettare in futuro.

Purtroppo non è sempre così, purtroppo, spesse volte, le cose sono destinate ad andare diversamente per svariati motivi, a volte anche assurdi, che naturalmente nessuno prospetta ed immagina al momento del “Sì, lo voglio”.

Quando ciò accade, i coniugi prendono strade differenti, non esiste più una moglie ed un marito.

E se la coppia avesse un figlio?

Quest’ultimo cesserebbe di avere una madre e un padre?

Supponendo che sia il marito ad essere andato via di casa, il che non deve necessariamente significare che da questo momento in poi il marito odi e disprezzi la moglie, costui cessa di essere padre?

La riposta potrebbe essere un “No” giacché, ripensando all’esperienza, esistono molti mariti che, dopo la separazione, continuano ad essere anche dei grandi padri mostrando il loro sconfinato amore per i figli.

Altresì, meditando sulla questione, quando due persone decidono di pianificare un futuro insieme, gli edifici che ne vengono fuori sono costituiti dai mattoni dell’amore, del rispetto, dell’armonia.

Tutto resiste fin quando il legame è forte, stabile, saldo, ma quando quest’ultimo cede, i mattoni che compongono gli edifici crollano e così, poiché anche un figlio è metaforicamente un edificio è condannato al crollo, ad un crollo emotivo, forse anche esistenziale, sotto il quale non può esistere rispetto e amore.

La questione, dunque, rimane aperta.

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