A CATANIA, SI CONTANO I DANNI PER CALAMITA’ NATURALE

Ingresso Pescheria

Le previsioni dei temporali sulle nostre teste stanno diventando una consuetudine all’ordine del giorno. Secondo uno studio dell’Università dell’Illinois, il riscaldamento del pianeta e la conseguente scioglimento dei ghiacciai, e l’innalzamento, seppur di pochi centimetri del livello del mare, sono concause di temporali, tempeste ed uragani di cui stiamo assistendo passivamente in questi ultimi tempi. 

La città di Catania nei giorni 26, 27 e 29 ottobre è stata flagellata da una esondazione mai vista prima. La bomba d’acqua che per ore ha scaricato un diluvio universale di acqua ha trasformato le strade della città in un fiume in piena che per pendenza si è accumulata nella centralissima via etnea e piazza Duomo. Invasa anche la storica pescheria, villa Pacini e piazza Alcalà. Danni alle culture alla piana di Catania causa straripamento del fiume Simeto. Oltre ai danni materiali alle colture si contano quelle delle auto sommerse, fonte di sostanze inquinanti trascinate a mare dai fiumi in piena, danni per la salute dell’uomo, ghiotto di tutta la filiera alimentare dei prodotti ittici a causa di tanta sporcizia trascinata in mare. La decomposizione chimica di quest’ultima, nel tempo costituisce cibo per pesci e molluschi, il così detto Plancton (Micro particelle miste a virus e batteri). 

Danni irreversibili sono anche le falde acquifere, l’agricoltura e quella di quei poveracci travolti dalla furia dell’acqua alta, un uomo di 53 anni a Gravina di Catania e marito e moglie a Scordia.  

Dal video di un cittadino

A subire La conta dei danni si spinge anche sull’economia e sui bilanci degli enti locali per correre dietro ai danni stradali prodotti dalle slavine. 

Via Etnea

Un vecchio detto dice: ”è meglio prevenire che curare” è un insegnamento che si tramanda da padre in figlio, saranno i politici ad avvalersi di questa norma, ma a quanto pare chi dovrebbe occuparsene è impegnato in affari di ordinaria amministrazione. La nostra esperienza insegna che durante gli acquazzoni saltano i coperchi dei collettori fognari, specialmente quella in piazza Duomo ad angolo con via Vittorio Emanuele perché proprio in quel punto c’è l’imbuto, il collettore di via Etnea si restringe a causa delle strutture archeologiche Achilliane sotto piazza Duomo. Si è visto che questa volta non è saltato, vuol dire che nel collettore di via Etnea non correva acqua, e nelle caditoie non c’è entrata una goccia d’acqua perché la maggior parte erano e lo sono ancora intasate dalla cenere dell’Etna caduta su Catania e d’intorni qualche mese fa. 

Il canale di gronda costruito circa 40 anni fa che percorre la circonvallazione a partire dal Policlinico e sfocia in mare all’interno del Camping Ionio in via acque casse, che dovrebbe intercettare le acque pluviali provenienti dalla parte alta della città risulta (forse intasato) poco efficiente, tanto per mantenere un tantino il condizionale. Vorrei accennare, ma lo sappiamo tutti, dei canali e torrenti a cielo aperto, a partire degli affluenti del canale acquicella, nel quale è accorpato il torrente Carcaci e lo scarico fognario a cielo aperto del quartiere Monte Po. Quest’ultimo ha origine dal piazzale antistante l’ospedale nuovo Garibaldi, scende in parallelo con via Palermo e si congiunge con il canale acquicella. Sono circa 5 kilometri di canneto, come tutti gli altri della zona industriale compreso il Buttaceto. Una situazione del genere avvenne negli anni 50, (si ricordano il crollo del palazzo Massimino ad angolo tra viale Vittorio Veneto e via D’Annunzio, in cui morirono sotto le macerie 12 persone. In quell’anno partirono i progetti per la canalizzazione delle acque pluviali della zona industriale compreso il depuratore, (poi Abortito) ed il collettore Allacciante. Tutti interventi che hanno ben funzionato per alcuni decenni, ma senza le dovute manutenzioni non serviranno più a nulla.

Torrente Carcaci

“Per risolvere in maniera radicale i problemi della rete fognaria industriale e dell’impianto di depurazione, il primo cittadino Pogliese risponde alle domande dei parlamentari in audizioni in commissione ecomafie (Articolo di Cronaca del 27/10/21), durante le quali, oltre al primo cittadino, a rispondere alle domande dei parlamentari sono stati anche il presidente di Sidra Fabio Fatuzzo e il direttore di Lavori pubblici del Comune di Catania Salvatore Marra, sono necessari altri 35 milioni di euro. Sappiamo che i nostri fondi sono insufficienti – afferma Fatuzzo – ma, intanto, abbiamo deliberato di usare un milione di euro per il vecchio allacciante che deve affiancarsi al nuovo canale fognario e un milione di euro per migliorare l’efficienza di depurazione industriale.

Carmelo Santangelo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *