Cesare oltrepassa il Rubicone
Alla fine delle guerre Galliche, pacificata la regione, come scrive lo stesso Cesare, cominciano le sue trattative per il rientro a Roma. Pompeo, prima grande amico, decide di voltargli le spalle, pretende che li vengano riconsegnate le legioni che gli aveva prestato e poi parte da Roma e si rifugia nelle provincie orientali in attesa degli sviluppi.
Parte del senato è contro Cesare, gli echi delle stragi fatte è arrivato fino a Roma e c è chi chiede addirittura di cederlo ai Galli affinché possano vendicarsi. Cesare resta fermo nei suoi propositi, fa richieste al senato che invia per lettera, chiede di poter partecipare alle elezioni a console dell‘ anno successivo, si lamenta che i tribuni della plebe non vengano fatti parlare in senato. Alla fine raggiunge Ravenna, la prima città ad affacciarsi al confine indicato da Roma come entrata nei territori della repubblica , passare quel confine in armi significa dichiarare guerra a Roma. Cesare resta in città con una sola legione, si fa vedere in pubblico, segue i progetti per la costruzione di una palestra per gladiatori, appare tranquillo. È la notte del 10 gennaio del 49 a.c. quando Cesare alla testa di una legione decide di attraversare il Rubicone cogliendo tutti di sorpresa. Le fonti sono discordanti sulla successione degli eventi.
Cesare partecipa ad un banchetto , poi dice di essere stanco, lascia la casa che lo ospitava e parte insieme a pochi fedelissimi, ma è notte e buoi e si perdono, alla fine compera una mula da un mugnaio e si fa dire la strada. Arrivato al Rubicone sembra titubare per un istante e rivolgendosi ai suoi dice: superato il fiume tutto dovrà essere regolato con le armi e poi la famosa alea iacta est, gettiamo il dado. Da quel momento : passare il Rubicone prendera altri significati: tentare il tutto per tutto, gettare il cuore oltre l‘ ostacolo, osare , ed entrerà in una canzone dei Rolling Stone : I think I crossed the Rubicon !