DISCARICHE SCORIE NUCLEARI, LA SICILIA DICE «NO»
Lo stato italiano, in sintonia con l’ UE, ha dato via libera alla pubblicazione della Carta Nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) 67 siti in 7 regioni ad ospitare il deposito delle scorie nucleari, tra l’altro ha individuato in Sicilia quattro aree per la realizzazione di strutture del deposito nazionale nucleare, nello specifico nei comuni di Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana e Butera, tutte zone ad alto impatto ambientale e con forte vocazione agricola.
Nella mappa si evidenziano le zone in Sicilia secondo cui i siti per la realizzazione del Deposito unico dei rifiuti nucleari rappresentano un atto di arroganza e di prevaricazione dello Stato – oltre che di miopia – nei confronti della popolazione siciliana e l’ennesimo sacrificio richiesto alla nostra terra.
LA SICILIA DICE «NO» e protesta contro il nucleare. Venerdì scorso una riunione del gruppo di lavoro costituito dal governo Musumeci chiamato a redigere le controdeduzioni alla carta Cnapi. Il gruppo di lavoro costituito dal governo Musumeci (delibera del 7 gennaio) e che si occuperà di redigere le osservazioni rispetto ai 4 siti ritenuti potenzialmente idonei, secondo la carta Cnapi, a ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi: lo studio sarà consegnato al governo nazionale entro sessanta giorni, come previsto dal percorso Cnapi. Il gruppo di studio è presieduto dall’assessore all’Ambiente in Sicilia, Toto Cordaro; il coordinatore tecnico è Aurelio Angelini. Ne fanno parte anche la presidente della commissione Ambiente dell’Assemblea siciliana Giusy Savarino, i sindaci dei quattro comuni (Trapani, Calatafi Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Butera) che ricadono nelle 4 aree individuate dal Cnapi, i componenti della Commissione tecnica specialistica per il supporto allo svolgimento delle istruttorie per il rilascio di tutte le autorizzazioni ambientali di competenza regionale. Inoltre, l’assessore Cordaro è in attesa dei nominativi dei quattro accademici che faranno parte del gruppo di lavoro in rappresentanza delle quattro Università siciliana (Palermo, Catania, Messina, Enna) che hanno dato la loro disponibilità.
«Fin da subito ascolteremo comitati, movimenti, ordini professionali, liberi cittadini che vorranno contribuire a dimostrare i loro No.
In campo anche la FDS USB SICILIA per manifestare il loro NO alle scorie nucleari.
Una decisione dello Stato italiano, già presa nel 2015 – ricorda la FDS USB SICILIA – e tenuta segreta per tutto questo tempo, ufficializzata con la pubblicazione della Carta nazionale aree potenzialmente idonee (Cnapi), e totalmente calata dall’alto, sia sulle istituzioni locali, sia sulle popolazioni.
“La Sicilia ha già subito e continua a subire fin troppe devastazioni ambientali causate da scelte scellerate di politica economica e industriale, incuranti della salute della popolazione che vive e produce nel proprio territorio. Politiche che hanno causato agli abitanti gravi sofferenze e malattie, patologie, fughe ed emigrazione.
In Sicilia supportiamo Poli industriali altamente nocivi, trivelle e stoccaggi di materiali nocivi che classificano già la Sicilia tra le prime posizioni europee per tumori e leucemie. A queste si aggiungano le politiche militariste che, tra Sigonella e Niscemi ed altri siti fanno del nostro territorio uno dei più inquinati in Italia.
Questi indirizzi, troppe volte calati dall’alto degli “interessi strategici” nazionali e internazionali, non sono mai stati realmente accompagnati da interventi “compensativi” né “riparatori”. Se la salute pubblica e ambientale non sono mercificabili, non ha mai valso neanche la retorica di una corrispondente “produzione di ricchezza” per le popolazioni coinvolte. I guadagni relativi a simili decisioni si sono sempre posizionati altrove, nelle casse del profitto di un sistema capitalista.
Occorre invece l’immediata bonifica dei territori già depredati che porterebbe anche alla creazione di numerosi posti di lavoro.
Ci appaiono deboli e contraddittori i criteri fin qui utilizzati da Sogin per la scelte delle aree interessate allo stoccaggio di queste scorie nucleari, aree dove sono concentrati anche siti – come le miniere dismesse – e depositi illegali di rifiuti tossici di varie tipologie. A quanto detto, infatti, aggiungiamo almeno altri due elementi contraddittori: la sismicità dell’Isola e la vocazione produttiva/turistica dei territori selezionati come papabili.
Non ci interessa né mai ci interesserà scadere in logiche “nimby” (not in my back yard) a scapito di altri territori italiani. Il problema delle scorie e dell’inquinamento potenziale da esse prodotto riguarda tutte e tutti allo stesso modo! Non saremo mai noi a tifare che a subire queste scelte siano sardi, laziali, pugliesi etc…
Crediamo che, al contrario, solo l’alleanza “nella lotta” tra le popolazioni coinvolte sia una risposta socialmente praticabile. Dovranno essere lo Stato e Sogin a trovare una soluzione alternativa che non comprometta la salute di nessuno!
Intanto è, però, importante ribadire e gridare con forza un No! che parta dalla Sicilia e arrivi forte e chiaro a Roma. Speriamo che al nostro si aggiungano quanti più No! possibili.
Per queste ragioni riteniamo necessario chiamare le siciliane e i siciliani alla mobilitazione contro questo nuovo attacco che lo Stato italiano e l’UE vogliono sferrare contro la nostra Isola”.
S.E. Carmelo Santangelo
CONTE di Castiglia D’Aragona
Ambasciatore dei Diritti Umani