IMPARIAMO LA DINAMICA DELLO “SHIME WAZA”
Colpisce il fatto che ogni giorno si registrano atti di violenze e morti per mano dei violenti, divenuta una delle più importati sfide dell’anno. Colpisce soprattutto che un poliziotto non sappia metodi e modi di soffocamento che possono provocare o risparmiare la morte. Le polemiche ed i commenti nei Social, dopo quasi un anno, non si sono ancora placati per l’uccisione avvenuto il 25 maggio 2020, a George Floyd , un uomo di colore di 46 anni, è stato assassinato a Minneapolis, Minnesota, Stati Uniti, mentre veniva arrestato con l’accusa di aver utilizzato una banconota da 20 dollari contraffatta. Durante l’arresto, Derek Chauvin, un ufficiale di polizia bianco del dipartimento di polizia di Minneapolis, si è inginocchiato sul collo di Floyd per 9 minuti e 29 secondi dopo essere stato ammanettato e sdraiato a faccia in giù. Complici altri due agenti di polizia, J. Alexander Kueng e Thomas
Se vorremmo dare un giudizio sulla vicenda dolorosa del povero Floyd, anche se di razza negra, ma è sempre un essere umano, direi che in questa vicenda emerge l’ignoranza o mancanza di adeguata preparazione delle forze di polizia americane, come potrebbe essere anche quella italiana o di qualsiasi altra nazione.
Quanto dura l’agonia di una impiccagione non ci risulta essere stata mai raccontata, neppure scientificamente. Il trattato dal libro dello SHIME WAZA (soffocamento) pubblicato dal Maestro Gianni Rossato, Direttore tecnico della FENAM (Federazione Nazionale Arti Marziali) e fondatore della disciplina, GOJU ITALIA, spiega nel dettaglio la meccanica del soffocamento attraverso studi ed esperimenti pratici su allievi volontari. Chi conosce questa dinamica, se è leone sa come e dove attaccare, ma se invece è pecora sa come difendersi il quei pochissimi secondi a sua disposizione prima della perdita della coscienza e successiva morte.
Premesso che, il collo è una formazione anatomica complessa che comprende strutture di estrema importanza vitale (vasi, vie aeree, fasci nervosi e vene) ed è la parte più vulnerabile del corpo umano. Anche il comportamento degli animali, sappiamo che, nelle lotte per la conquista della femmina, o per guadagnarsi una preda attaccano al collo soffocando il mal capitato.
Lo strangolamento è una modalità esecutiva dell’asfissia meccanica acuta ben nota, sia nelle caratteristiche di attuazione, attraverso i quali si verificano gli effetti letali.
Tra gli eventi troviamo rilevanza da infortuni, incidenti o suicidi per impiccagione.
Non risulta invece, scrive il Maestro Rossato, siano stati presi in considerazione i meno noti strozzamenti che, parte integrante del complesso di tecniche delle arti marziali di tipo orientali, ove vengono intenzionalmente applicati, peraltro senza specifici fini di omicidio, nelle palestre dove si esercitano tecniche di Judo, Ju-jitsu ed altre discipline di lotta corpo a corpo. Non si tratta più, quindi, di una ristretta cerchia di atleti che dispone in modo quasi esclusivo della conoscenza di queste tecniche letali; al contrario invece, esiste una società che ha assunto nozioni, per sentito dire, in modo imprecisato e comunque al di fuori di una corretta impostazione sportiva.
Carmelo Santangelo
Maestro di Karate V° Dan
Ambasciatore dei diritti umani