“Isola Bella”, la Perla del Mediterraneo
di Cristiana Zingarino
Perla del Mediterraneo è sicuramente un nome che gli si addice ma Isola Bella, nome che gli fu dato dal barone Wilhelm von Gloeden, aristocratico tedesco vissuto a Taormina tra l’Ottocento ed il Novecento, è quello con cui molti la conoscono e rivela subito che stiamo parlando di un luogo che possiede un fascino senza eguali. Appartiene al Comune di Taormina, nella provincia di Messina, dal 1806, quando Ferdinando I di Borbone ve ne fece dono ma, nel tempo, ha cambiato spesso proprietari finchè nel 1990 è tornata ad essere patrimonio di quel comune e nel 1998 è stata dichiarata riserva naturale, insieme a Capo Taormina e Capo S. Andrea, passando sotto la gestione del WWF prima e del Centro di Ricerca dell’Università di Catania (CUTGANA) poi che, ad oggi, contribuiscono a far rimanere questo posto un angolo di paradiso.
Ma cos’ha di straordinario questo luogo? Immaginate un grande giardino verdeggiante, sospeso tra il cielo ed il mare, collegato alla terra ferma solo da una lingua di sabbia; una zona costiera che ospita una tipica vegetazione rupicola ricca di endemismi. Immaginate poi una lady inglese, Florence Trevelyan, esiliata in Sicilia, nel 1890, dalla regina d’Inghilterra Vittoria perché amante del cugino e futuro re Edoardo VII. Questa nobildonna ha una grande passione per le piante a motivo della quale ne impiantò sull’isolotto alcune tropicali di grandissimo valore che, mischiandosi con la vegetazione mediterranea crearono, e tutt’oggi sopravvive, uno scenario unico al mondo. Sono da evidenziare, ad esempio, il limonium ionicum: una specie alofila, ovvero un tipo di vegetazione che compie l’intero ciclo vitale in suoli ad elevato contenuto salino, esclusiva delle scogliere endemiche dell’Isola; ma anche il cavolo biancastro (brassica incana), il garofano rupicolo (dianthus rupicola) e il vedovino delle scogliere (lomelosia cretica). Un giardino, però, non comprende solo piante e fiori e si caratterizza anche per la tipologia di uccelli che riesce ad accogliere, in questo caso legati soprattutto all’ambiente marino; così, nei pressi dell’isola potreste notare la rara presenza del Gabbiano corso (larus auduinii) e, nel periodo che comprende l’autunno e l’inverno, anche del Beccapesci (Sterna sandvicensis) e del Martin pescatore (alcedo atthis). Date le pareti rocciose, imponenti e verticali, inoltre, non mancherà di farsi notare anche il Falco pellegrino (falco peregrinus).
Ricordiamoci però che stiamo parlando pur sempre di un’isola, quindi, la nostra attenzione non può non essere catturata dalla bellezza dell’ambiente marino di grande varietà che offre fondali ricchi di pesci, legati sempre agli ambienti rocciosi, quali i saraghi, l’occhiata e le giovani cernie. Ma la vera particolarità sono le praterie sottomarine di posidonia oceanica, habitat prioritario di conservazione.
La particolarità della posidonia oceanica è che non è un’alga ma una pianta vera e propria: essa, infatti, mette radici e produce frutti (le olive di mare) e fiori proprio come le piante terrestri; la posidonia, inoltre, forma dei prati sottomarini enormi che hanno un’importanza ecologica notevole. Essa è, infatti, un buon bioindicatore della qualità delle acque costiere; il motivo? Cresce solo nelle acque pulite. Questa specie si trova solo nel Mar Mediterraneo dove, però, a causa dell’inquinamento, appunto, è in declino.
Abbiamo detto però che l’isola ebbe diversi proprietari, quindi facciamo un salto in dietro nel tempo e parliamo della sua storia. Lady Trevelyan, durante la sua permanenza in Sicilia, sposò il chirurgo taorminese prof. Salvatore Cacciola ma alla loro morte l’isolotto andò in eredità al nipote e avvocato Cesare Acrosso che lo vendette, a sua volta, alla famiglia Lo Turco. Più tardi, nel 1954 l’Isola Bella venne acquistata dai fratelli Leone ed Emilio Bosurgi, che vi realizzarono un villaggio con 12 residenze autonome ed una minuscola piscina camuffata fra rocce e piantagioni, al fine di allietare ed ospitare i loro amici imprenditori e banchieri.
La famiglia Bosurgi, infatti, erano i ricchi proprietaria della Sanderson, storica azienda messinese di trasformazione degli agrumi, il cui fallimento però, nel 1982, aprì la strada alla vendita per asta giudiziaria dei beni di famiglia, tra i quali anche l’isola Bella con la sua villa.
Una piccola curiosità a proposito della sua abitazione signorile: osservando l’isola dal mare, magari durante un bel giro in barca, è possibile notare sul retro dell’abitazione una piccola finestrella, sotto quella che appartiene alla stanza dove l’ultimo proprietario aveva la camera da letto. Pare, infatti, che il Signor Bosurgi amava svegliarsi con i raggi di sole che entravano nella stanza così, con l’aggiunta di quella piccola finestra, un raggio di sole riusciva a raggiungerlo dritto sul viso. A chi non piacerebbe questo dolce risveglio?
Dopo il fallimento, dunque, l’Isola Bella fu venduta per essere acquistata pochi anni dopo, nel 1990, dall’Assessorato dei Beni Culturali e nel 1998 dichiarata riserva naturale. Oggi in un contesto fortemente antropizzato, l’isola riveste un ruolo insostituibile di forte naturalità.