La Fondazione di Roma
L’ ottavo secolo a.c. si manifesta come un momento di intenso fervore. Dalla Grecia partono coloni che fonderanno grandi città nel sud italia , Cartagine pone le basi per diventare la dominatrice del mediterraneo , più a Nord gli Etruschi sono già ottimi costruttori e abili orafi e i Celti fanno le loro apparizioni in Europa entrando in contatto e commerciando con quasi tutte le popolazioni.
È in questo fermento dei popoli che vengono fondate le basi per costruire una città nuova , destinata a dominare il mondo : Roma.
Partiamo però dall’ inizio, per raccontare una storia che si sviluppa per tutto il mediterraneo.
Troia è oramai in fiamme, Enea aiuta il vecchio padre Anchise a raggiungere una via di fuga insieme ad altri pochi superstiti.
Troveranno poi rifugio su una nave che partirà alla cieca veleggiando il più lontano possibile da quel massacro, con loro c’ è anche il piccolo figlio di Enea , Ascanio per i Greci, Iulo per i romani.
Dopo aver trovato un primo rifugio a Cartagine sbarcheranno nel Lazio dove alla morte di Enea Iulo fonderà una nuova città , Albalonga. È da questa città che molti anni dopo verrà lasciata cadere nel Tevere una cesta, al suo interno due gemelli. Il fiume accompagnerà i due bambini fino ad una dolce ansa ai piedi del colle Palatino.
I due bambini hanno freddo e fame e piangono e il loro pianto attira una lupa che ha la tana in una grotta poco distante. La lupa , vinta da un miracolo materno non li uccide ma li allatta, quei due bambini sono Romolo e Remo.
Dopo il primo soccorso mosso dalla Lupa i due gemelli verranno raccolti dal pastore Faustolo e cresciuti insieme alla moglie Acca Larenzia.
Ancora giovanissimi verranno a conoscenza della loro vera discendenza: Nati nella città di Albalonga dove il malvagio re Amulio aveva deposto il nonno dei due, il re Inumitore e costretto la madre dei due gemelli, Rea Silva , a vestire i panni delle vestali per evitare che generasse prole.
Una profezia infatti diceva che i figli della principessa avrebbero causato la rovina del malvagio usurpatore Amulio.
Ma il dio Marte, invaghitosi della donna, si unì con lei un giorno in cui ella riposava vicino ad una fonte.
Nati i due gemelli Amulio ordinò che la madre fosse incatenata e i bambini gettati in una cesta nel Tevere. Saputo delle loro vere origini i due si recarono nella città di Albalonga, uccisero Amulio, rimisero sul trono il buon re e liberarono la madre.
Fatto questo decisero di tornare dove erano cresciuti e fondare la loro città…
Emanuele Maria Pinto