POLITICA, NOVITA’ PER L’ITALIA CHE SI RINNOVA
L’art. 1 della Costituzione italiana fissa in modo solenne il risultato del referendum del 2 giugno 1946. “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al Popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Ho seguito con attenzione e trepidazione le fibrillazioni delle vicende di queste giornate di crisi della politica del nostro Paese a partire dal governo Conte, uno che ha visto fare e strafare i due Vice Salvini – Di Maio, e poi la spallata a Matteo Salvini, per dare posto al governo Conte – Di Maio – Zingaretti, ed infine la spallata al Premier Giuseppe Conte, per candidare e mettere in un piatto d’argento Mario Draghi per offrirlo, con tutto rispetto, agli italiani. Il risultato è stato quello che abbiamo visto, di cui alcuni critici nei social (opinione pubblica), hanno definito “la grande ammucchiata”.
Vorrei esprimere il mio pensiero a proposito dei vari dibattiti in Parlamento: come già detto “Dopo le disposizioni legislative che hanno sostituito lo Statuto Albertino, sino ad allora vigente, entra in vigore la carta Costituzionale che per l’Italia la sovranità appartiene al Popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Sono pervaso da un profondo senso di tristezza; essenzialmente ho visto il mio Paese, la mia madre Patria ed i suoi cittadini umiliati da una politica modesta e litigiosa senza ragione, mandata allo sbaraglio da giochi di potere mediatico, un governo eletto come il gioco delle 40 carte, che, dopo essere mescolati, infine sono sempre le stesse, ciò significa che ci sarà la continuità dei governi che ci hanno preceduti con tutti i pregi ed i difetti.
C’è stato il grande ripescaggio degli ex nella scelta dei Ministri da parte del Premier Mario Draghi, in questa situazione sostanzialmente di “guerra tra i capi di partito”. Sono emerse oscure, per me, le motivazioni della crisi promossa da Italia Viva. Se l’obiettivo era quello di migliorare i provvedimenti e le proposte per l’attuazione del Next Generation Eu, piano per la ripresa europea che è (il fondo approvato nel luglio 2020 dal Consiglio europeo al fine di sostenere gli Stati membri colpiti dalla pandemia da Covid 19. Il fondo copre gli anni a venire 2021 – 2023 e sarà vincolato al Bilancio 2021-2027), a mio avviso avrebbe dovuto tenersi stretti gli incarichi di governo e lavorare di più e, comunque, in modo più efficace. Altro non poteva e non doveva fare.
Un falso e modesto proclama mi appare, invece, il “non siamo interessati alle poltrone”, e allora? a che cosa? Prendersi il coltello dalla parte del manico per dividere la torta “Recovery Fund” dei 209 miliardi che l’Italia poteva accedere su un fondo di 750 miliardi predisposti dal Parlamento europeo?
Nelle circostanze attuali, l’unica strada possibile mi sembra quella che avrebbe potuto onorare il ruolo e la responsabilità, impegno e dedizione alla crescita economica del paese. A Matteo Renzi, al quale ho guardato con interesse e rispetto, mi sento di dover dire con molta chiarezza di guardare, quello che non ha mai fatto, gli interessi dei cittadini medio bassi, non capisco più da tempo a che cosa sia davvero interessato dopo la spallata al Premier Conte, e a che cosa miri con la doppia faccia, da un lato il buonismo e dall’altra l’arroganza.
Mi sembra opportuno, intanto, onorare il Premier uscente Giuseppe Conte, in segno di gratitudine per il lavoro svolto per il bene dell’Italia e degli italiani e di salutare l’attuale Governo Draghi con l’auspicio che le promesse di un cambiamento propizio al bene comune, specialmente, ed in modo particolare, perché nella sua agenda c’è scritto l’interessi della sanità nazionale e l’ambiente che viviamo da cui scaturisce, dalle latrine sparsi in tutta Italia, gli insetti, microbi e virus nocivi e contagiosi per il corpo umano di cui stiamo vivendo una devastante pandemia senza precedenti.