Tra i “Borghi più belli d’Italia”: Militello in Val di Catania
Nel febbraio 2020 è stato riconosciuto come uno dei “Borghi più belli d’Italia”, per il grande patrimonio artistico e culturale, e dichiarato dall’Unesco nel 2002 Patrimonio dell’Umanità. La cittadina del milite ignoto, un tempo era denominata Militello in Val di Noto, per distinguerla da Militello Rosmarino, in Val Demone. Poiché situata nella rigogliosa “piana catanese”, a circa 45 km dal capoluogo metropolitano, nel tempo le è stato dato l’appellativo ufficiale di Militello in Val di Catania.
Certamente lo stile Barocco che contraddistingue tutti i suoi monumenti, sono tipici della Val di Noto e le numerose Chiese, palazzi, fontane e necropoli rupresti, sono l’attestazione di insediamenti di civiltà antichissime risalenti addirittura a metà del primo millennio a.C.
Chi arriva a Militello in V.di C. ha come la sensazione di trovarsi in una realtà architettonica surreale, ogni monumento e scultura cela una storia d’amore, di potere, di sangue, di dolore. Si può ancora respirare quell’atmosfera lenta e genuina, in cui presente e passato sono in perfetta simbiosi. Sembra quasi rappresentare una di quelle descrizioni verghiane se non addirittura bucoliche.
Tra le tradizioni e feste popolari più importanti della cittadina, ricordiamo le due feste patronali, quella del S.S. Salvatore che si celebra il 18 agosto, e quella della Madonna della Stella l’8 Settembre. Da annoverare anche la festa di S. Benedetto, molto sentita, che si celebra l’11luglio. Le due feste Patronali risentono molto dei retaggi secolari, le cosiddette lotte di campanile. Difatti, i Comitati per i Festeggiamenti sembrano sfidarsi mediante esibizioni di fuochi d’artifici più spettacolari, addobbi delle strade più ricercati, archi luminosi più innovativi, ospiti più popolari. Una lotta vera e propria, quasi manzoniana, che da un lato unisce nella fede e dall’altro divide per rivalità.
Originalissime e molto antiche sono le tradizioni enogastronomiche tra cui ricordiamo la famosissima Sagra della mostarda e del ficodindia.
Ogni anno attira tantissimi visitatori provenienti da tutta la Sicilia, ma anche da altre parti d’Italia e dall’estero.
Il segreto sono le bontà che si trovano nei lunghi corridoi di stand dove si possono degustare prodotti tipici. Immancabile certamente la regina indiscussa della sagra: la Mostarda di fichidindia. Calda o già nelle formine, la mostarda è , assieme alle “cassatiddine”, il dolciume tipico di Militello, in tutte le sue varianti. La gastronomia tipica militellese è sostanzialmente quella dolciaria. Infatti, altri dolci presenti in tutte le pasticcerie sono quelli a base di mandorle, miele, vino cotto e pinoli. Ricordiamo gli “’nfasciatelli”, la “cuccìa”, e la “pipirata”, legati soprattutto ad alcune ricorrenze festive.
Il ficodindia, frutto tipico del periodo, assieme ai melograni, è il principe della sagra. La tradizione vuole che il ficodindia si distingua dai cosiddetti “Bastardoni” o “Scozzolati”, ovvero la seconda fioritura (che in molti ritengono più celebrativa del gusto), proprio perché ritenuto la primizia in assoluto di questo frutto, sostanzialmente rintracciabile lungo gli argini delle strade, in terreni medi e grossolani di natura lavica, nei cosiddetti pali.
Il ficodindia, colorito e genuino, contiene dei nutrienti importanti, quali vitamine e fibre e spesso viene utilizzato come integratore contro la fatica e lo stress.
La sagra ha incentrato la valorizzazione della tradizione anche attraverso spettacoli e mostre d’arte. Ricordiamo tra i famosi artisti militellesi: Cannata, Emilio Greco, Santo Marino, Sebastiano Guzzone, che hanno artisticamente dato lustro all’arte militellese.
Negli ultimi anni ha preso piede a Militello un Festival internazionale del cinema indipendente, il “Militello Independent Film Fest” che non solo è riuscito a farsi strada anche a Cannes grazie al noto regista e direttore artistico Daniele Gangemi, ma ha perfino ospitato tantissimi nomi altisonanti del cinema, tra cui il famoso Pupi Avati.
Un borgo con una vista mozzafiato sulla “piana” di Catania che già in poco tempo, grazie all’attuale Sindaco Giovanni Burtone e la sua Giunta, ha incrementato il turismo culturale. Il viaggiatore non può perdersi questa tappa siciliana.
Valeria Barbagallo