Volontariato nei canili dell’Emilia Romagna
La mia esperienza personale di volontariato nei canili nel modenese, vuole mettere in luce l’empatia dello strettissimo rapporto che intrattiene l’uomo e gli animali domestici nella fattispecie i cani. Possiamo umanamente ritenere di poter essere capaci di abbandonare, come fecero illustri personaggi della storia della cultura europea (vedi Rousseau ), i nostri figli nell’orfanotrofio, ma mai pensare il contrario cioè di essere abbandonati dai nostri più fidati amici animali come per antonomasia il più fidato e amicale di tutti cioè a dire il cane.
Il movente del mio approccio al volontariato nei canili modenesi è scaturito da due ragioni imprescindibilmente connesse e interdipendenti: l’amore viscerale verso gli animali a quattro zampe e il tentativo di narcotizzare la mia coscienza nell’essere catapultata per motivi di lavoro in una realtà, per certi aspetti ostile relativa alla mia indiscussa indole meridionale. L’iniziativa di intraprendere un percorso di volontariato nei canili mi è stato suggerito in occasione degli esami di maturità da me svolti in qualità di commissario esterno di filosofia in un liceo pubblico di Modena. Infatti, durante una brillante esposizione di una candidata all’esame di maturità che aveva come percorso propedeutico all’inizio del medesimo un rendicontato interdisciplinare sull’utilizzo dei cani nell’evoluzione della storia dell’uomo mi è nata una profonda passione verso il mondo canino. Dopo questa pirotecnica presentazione della sua tesina rivolta alla storia millenaria dei cani nella storia dell’uomo si è immediatamente innescata dentro di me una furente passione versoi gli amici a quattro zampe. Dopo essermi congratulato con la studentessa alla fine della sua performance didattica mi sono immediatamente impossessato della sua tesina cartacea e l’ho bombardata di domande attinenti alla sua esperienza personale di volontaria nei canili di Modena, facendomi segnalare dalla stessa il luogo dove lei praticava il suo amore verso i cani, mi sono immerso in questa animalesca passione per lenire le sofferenze delle piccole ,medie e grandi bestiole. Presentandomi al canile suggeritomi e raccomandatomi dalla studentessa maturata a pieni voti mi sono fatto dare i primi adempimenti dalla direzione del medesimo per ottemperare ai doveri del buon e giudizioso volontario di turno. Il mio compito iniziale era quello di far fare a quanti più cani possibili lunghe passeggiate nelle prospicienze del canile sito alla periferia industriale della città di Modena. In genere i volontari hanno inizialmente oneri, come ad esempio quello mio, abbastanza semplici da espletare fino ad arrivare al più sgradito degli oneri che comportava tra i vari la pulizia delle gabbie dove erano rinchiusi i piccoli, medi e grandi amici dell’uomo. Lo scambio di amore di passione e di gratitudine è stato vistoso nei confronti degli sfortunati abitanti dei canili in cerca di adozione. Mi sono commosso nel vedere l’ insistenza coronata poi da successo da parte degli operatori di quasi imporre e poi convincere i visitatori ad adottare cani molto avanti con l’eta’ e fargli pregustare il profumo della libertà prima della loro dipartita. Dalla mia appassionata esperienza di accudimento amorevole verso queste deliziose e fedeli creature mi sorge spontaneo ammonire i proprietari in prossimità delle vacanze estive di non lasciare nelle autostrade e vicoli vari i meravigliosi amici dell’uomo . Il passaggio da animali di compagnia ad animali randagi il passo è brevissimo. Suggerirei ai trasgressori di far pagare ammenda prestando servizio di volontariato nelle strutture di accoglienza dei cani abbandonati. Il mio prossimo step è quello di iscrivermi in un corso di “pet terapy” per educare i cani a lenire le sofferenze dei malati negli ospedali col contributo straordinario delle straordinarie creature. Anche questa esperienza per certi aspetti l’ho sperimentata in persona vedendo all’opera equipe di addestratori di cani negli ospedali di Modena. Quanto amore possa far suscitare il cane addestrato a giocare per dare gioia ai malati paraplegici negli ospedali non è dato immaginare. Vedendoli all’opera mi sono reso conto di quanta illimitata bellezza può offrire il cane. Queste esperienze di volontariato vissute in un contesto socio culturale tanto distante dal mio in quanto animale sociale meridionale mi hanno aperto un mondo ricco di solidarietà sia verso gli infermi umani negli ospedali e gli infermi canini nelle gabbie comunali dei canili.