Il “Premio Rocky Marciano” di Ripa Teatina quest’anno va alla Sanità per la “lotta” contro il Covid 19

Rocky Balboa. Chi non conosce il protagonista della lunga e fortunata serie cinematografica (ben sei film) in cui Sylvester Stallone interpreta, nelle sue alterne vicende, il pugile di Filadelfia, immaginato dallo stesso attore italo-americano?

Il personaggio di Rocky fu ideato dallo stesso Stallone, quando vide sul ring il semisconosciuto Chuck Wepner che si scontrava nientemeno che con Cassius Clay il quale aveva già cambiato il proprio nome di nascita in quello di Muhammad Alì.

Wepner era soprannominato anche “il sanguinante” perché, ferito e col volto ricoperto di sangue, aveva una capacità incredibile di resistere ad ogni colpo ed ogni volta che cadeva al tappeto trovava sempre la forza di rimettersi in piedi e riprendere il combattimento.

E così fu anche in quella occasione perché quando Alì lo buttò giù per l’ennesima volta, riuscì nuovamente a rialzarsi pronto per riprendere il combattimento, quasi alla fine del conteggio da parte dell’arbitro, che però, alla quindicesima ripresa, vedendolo in condizioni pietose, in una maschera di sangue, assegnò al suo avversario la vittoria per KO tecnico.

Wepner, dunque, fornì a Stallone, l’idea per il personaggio.

Ma il nome no. Occorreva un nome altisonante nel pugilato all’italo-americano e Sylvester non poteva che decidere di chiamarlo Rocky.

Come Rocky Marciano, ovviamente. Campione del mondo dei pesi massimi dal 1952 al 1956, che si ritirò imbattuto, dopo aver messo KO per ben 43 volte chi gli si opponeva sul ring. Marciano, uno dei pugili più grandi di tutti i tempi.

Chi meglio, dunque, di un italo-americano, esattamente come l’attore statunitense?

Inoltre, se i genitori di Stallone erano immigrati negli Usa da Gioia del Colle, in provincia di Bari, anche i genitori di Rocky Marciano provenivano dall’Italia, esattamente da Ripa Teatina, in provincia di Chieti, in Abruzzo.

Anzi Marciano non era altro che lo pseudonimo, abbreviato, di Marchegiano, che era il suo vero cognome.

Il Comune abruzzese non ha mai dimenticato un suo figlio così illustre e lo stesso pugile non mancò di tornare nel suo paese di origine addirittura per festeggiare con tutti gli abitanti il suo quarantunesimo compleanno, il 1 settembre del 1964, ed affermò che a Ripa Teatina aveva mangiato “la porchetta più buona del mondo”.

Dal 2005 il Comune di Ripa Teatina ha deciso di istituire un Premio intitolato al campione: “Premio Marciano”.

Il premio, annualmente, viene destinato ad atleti che hanno particolarmente onorato il mondo dello sport o a giornalisti e scrittori che si sono occupati di sport.

Così il Premio è andato al calciatore Fabio Grosso, proprio nel 2006, l’anno in cui il suo rigore decisivo diede all’Italia il quarto titolo di Campione del Mondo, a Massimo Oddo e Danilo Di Luca l’anno successivo, ad Eusebio Di Francesco nel 2013, a Gianni Rivera nel 2016, a Valentina Vezzali nel 2018 e tanti altri, non solo a singole individualità, ma anche a squadre meritevoli.

Giunto, ormai, alla sua XVI edizione, l’appuntamento di quest’anno, il 18 luglio, sarà invece dedicato al mondo della sanità per l’impegno che medici ed infermieri hanno profuso nella tremenda lotta contro il Covid- 19.

Nello specifico – ha precisato l’Assessore alla Cultura Mauro Febbo, “ il Premio sarà assegnato ai due Ordini Professionali dei Medici e degli Infermieri”.

E, come al solito, non mancherà la parte dedicata alla letteratura con il concorso “Storie di Sport”.

La cerimonia, ovviamente, rispetterà rigidamente le norme anti-pandemia e – come ha tenuto a precisare il Sindaco di Ripa Teatina, Ignazio Rucci, “avrà anche l’obiettivo di lanciare un segnale di ripartenza per tutte le attività economiche del territorio”.

Da ultimo non possiamo non ricordare che il comune abruzzese ha dato i natali anche ad un altro pugile, Rocky Mattioli, all’anagrafe Rocco Mattioli, nato proprio a Ripa Teatina nel 1953, che all’età di 6 anni emigrò anche lui, ma in Australia.

Chi si rechi in visita a Ripa Teatina non potrà fare a meno di fermarsi ad ammirare il monumento dedicato a Rocky Marciano, realizzato dallo scultore Luciano Primavera nel 1990. Anzi è proprio la statua del pugile a dare il benvenuto in paese a chi vi arriva da Chieti o da Pescara.

Franco Pasquale

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