Il Ratto delle Sabine

Conclusa la fase della fondazione di Roma come nuova città affacciata sulle rive del Tevere, Romolo assume il ruolo di re della città coadiuvato da un senato composto da cento persone chiamati Patrizi.

Le fonti raccontano di una città che era riuscita in pochissimi anni ad eguagliare per grandezza e commerci le altre che aveva intorno ma c’ era un problema: a Roma mancavano le donne.

Il rischio era quello di non avere futuro certo per mancanza di poter procreare le generazioni future.

Il re , sotto consiglio dei senatori inviò ambasciatori in tutte le altre città chiedendo rapporti commerciali, di amicizia e favorire le unioni in nuovi matrimoni ma gli ambasciatori ritornarono a mani vuote.

La situazione era così drastica che i giovani della città volevano addirittura inventarsi una guerra pur di portare a casa oltre il bottino anche donne da poter inserire come nuova linfa a fini procreativi.

Fu di Romolo l’ idea che portò al Ratto delle Sabine. Al terzo anno del suo regno decise di organizzare dei giochi in onore del dio Conso chiamati Consulia, ai quali furono invitati i popoli vicini e tra questi quelli dei Sabini questi ultimi stanziati vicino al colle Quirinale, che accettarono l’ invito ed arrivarono numerosi anche per vedere la nuova città per la prima volta.

Romolo si presentò a giochi iniziati prendendo posto su un trono , quello era il segnale, a quel punto gli uomini di Roma si avventarono sulle donne Sabine prendendole in braccio e andando a nascondersi dentro le proprie case mentre gli altri armati rimandarono i Sabini al di fuori della città che promisero di ritornare per vendicarsi, e così fu.

Si combatterono infatti Romani e Sabini in più di un’ occasione mentre alle donne rapite fu promesso, se avessero accettato di restare nella nuova città, pari diritti, possibilità di gestire proprietà , una libertà incredibile per l’ epoca che godevano solo le donne della cultura Etrusca.

Le donne rapite sono un numero imprecisato che vanno dalle circa 500 per Anziate fino alle poco meno di 800 per Plutarco.

La resa dei conti avvenne con la battaglia del lago Cirzio in cui Romani e Sabini si stavano aspramente combattendo fino a quando un fatto inatteso non fece prendere alla battaglia una piega del tutto inaspettata, così lo racconta Plutarco in : Vita di Romolo.

«Là mentre stavano per tornare a combattere nuovamente, furono fermati da uno spettacolo incredibile e difficile da raccontare a parole.

Videro infatti le figlie dei Sabini, quelle rapite, gettarsi alcune da una parte, ed altre dall’altra, in mezzo alle armi ed ai morti, urlando e minacciando con richiami di guerra i mariti ed i padri, quasi fossero possedute da un dio.

Alcune avevano tra le braccia i loro piccoli… e si rivolgevano con dolci richiami sia ai Romani sia ai Sabini. I due schieramenti allora si scostarono, cedendo alla commozione, e lasciarono che le donne si ponessero nel mezzo.»

Così le figlie dei Sabini oramai mogli dei Romani, generatrici di figli e nipoti degli uni e degli altri fermarono il conflitto favorendo la fine degli asti ed una piena fusione dei due popoli.

È in memoria di questo evento che in tutto il mondo ancora oggi, i novelli sposi varcano la soglia di casa con la sposa in braccio al marito , perché quasi tremila anni fa , dei Romani rapirono delle donne varcando la porta di casa con loro in braccio, e divennero le loro mogli e le madri dei loro figli e questo fatto consentì di poter generare qualcosa di ancora più duraturo nel tempo, una repubblica e poi un impero, ed è considerato a tutt’ oggi di buon auspicio 

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