Il revenge porn e la donna, nuove frontiere della violenza di genere.

Il problema è sempre lo stesso, la domanda è sempre la stessa, la donna è vittima o correa? La donna se l’è cercata o è ingenua? L’uomo è carnefice o semplicemente ingranaggio di un gioco perverso.

In Italia una maestra di Torino è stata licenziata perché del materiale relativo alla sua vita sessuale e dunque privata, è stato messo in rete ed è giunto fino agli occhi indiscreti della preside della scuola.

La questione si ripropone ed il codice rosso, istituito nel 2019 e che prevede anche un reato definito più comunemente come Revenge Porn, letteralmente vendetta pornografica, sembra non aver modificato la visione, o cultura che orbita attorno a questa tipologia di problemi.

Anche in Galles ed in Inghilterra è stato introdotto un nuovo reato penale per contrastare il c.d. Revenge Porn come parte del disegno di legge sulla giustizia penale e sui tribunali, ma il problema non è giuridico. 

Il problema è di genere, riguarda la donna nella sua accezione più ampia, ma riguarda anche l’uomo, con la u maiuscola e minuscola.

Si tratta di capire quale prospettiva di osservazione assumere. E’ come sempre un problema culturale. 

Tiziana Cantone, la ragazza napoletana che si uccise per aver subito la divulgazione in rete di video che la ritraevano in atteggiamenti intimi, è stata l’espediente o la molla che ha fatto scattare il legislatore. Il Revenge Porn come fattispecie di reato nasce in quei frangenti, ma non modifica l’atteggiamento mentale.

Recente è la notizia della modella stuprata dal re delle start up, sotto l’effetto di droghe ed alcol, ma anche in quel caso la diciottenne era un escort, sapeva a cosa andasse incontro e quindi non è vittima, ma donna complice del carnefice.

D’altronde nella diade, non esiste vittima senza carnefice e viceversa.

Il revenge Porn è solo una delle tante modalità in cui la violenza si esprime, l’atto manipolatorio ed intimidatorio fa parte del copione del narcisista che abusa della personalità della vittima.

Oggi l’ultima frontiera o evoluzione (involuzione n.d.r.) di questo reato consta di video manipolati in cui vengono sovrapposte con app create appositamente, le teste dei malcapitati a video già esistenti, video in cui vita e sesso si colorano di tinte hot.

Una dimensione che il legislatore non aveva previsto e che sfugge al penale.

Tutto deve adeguarsi ai tempi frenetici di una società digitale, anche la legge.

L’alchimia malata di una società che basa tutto sulle immagini, vede nel calderone sempre gli stessi ingredienti: sesso e video hard in cui la donna viene vissuta come oggetto.

Che si tratti di un ex fidanzato, di uno stalker molesto o di un hacker, bisogna impegnarsi perché di Tiziana Cantone non ce ne siano più, perché il revenge porn e la violenza in ogni sua forma diventino solo ed esclusivamente motivo di condanna del carnefice e di umana comprensione della vittima.

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