Olimpia, Zeus, Fidia

Stauta Di Zeus In Olimpia

Ogni quattro anni il mondo greco si ferma, le guerre si interrompono, non si possono fare processi o eseguire condanne, perché tutto il mondo greco o meglio, chi se lo può permettere, si reca ad Olimpia, raggiungibile facilmente sia da terra che da mare, ogni città stato invia i suoi campioni che da prima si sfideranno nell’unica disciplina, la corsa, poi le gare si moltiplicheranno. Olimpia ospita il campo da corsa, la tradizione vuole che la sua lunghezza corrisponda a seicento volte la lunghezza del piede di Eracle. Olimpia ospita la palestra per gli atleti, il tempio di Era, spalti che possono contenere fino a 35.000 persone. Il vincitore di una o più discipline riceve una corona da campione di rami di ulivo e la possibilità di erigere statue che tramandino ai posteri la sua immagine. Ma i giochi sono in onore del dio padre degli dei, Zeus, a cui verrà edificato un tempio enorme, dove al suo interno verrà creata una delle sette meraviglie del mondo antico, la statua di Zeus, autore Fidia.

Statua di Olimpia


La statua è posta in fondo al grande tempio, seduta in trono, è tutta d avorio e d oro, un asta sormontata da un’aquila stringe la mano sinistra mentre sulla mano destra regge una vittoria alata alta due metri. Così ce la descrive Pausania. In realtà la grande trovata fu proprio l’uso dell’avorio come materiale. Fidia aveva scoperto un sistema per modellarlo e renderlo malleabile unendo poi le lastre una all’altra, l aceto. L avorio veniva tenuto a mollo in grandi otri di aceto, poi lavorato in lastre facili da modellare. Ma la statua era enorme, il tetto del tempio alto 16 metri, 14 metri il trono, si aveva l impressione che se il dio si fosse alzato avrebbe facilmente potuto sfondare il tetto. Eiffel si ispirerà a questo progetto per realizzare la statua della Libertà. Olimpia, la più famosa città della Grecia grazie alle sue Olimpiadi , talmente tanto importanti che gli Elleni misuravano il tempo a partire dalla data della prima Olimpiade nel 776 a.C, metteteci poi la statua più leggendaria del mondo, il più famoso artista scultore dell’ epoca e avete vinto tutto.

Emanuele Maria Pinto

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