Un Museo per il Concorso Internazionale della Lettera d’Amore

Esiste un posto in cui ogni anno arrivano migliaia e migliaia di lettere. Non mail. Lettere vere e proprie, e qualcuna ancora scritta di proprio pugno, a mano, come si usava fare tanti anni fa.

E, chiariamolo subito, non sono indirizzate a Babbo Natale. Nè in Lapponia. E di solito arrivano in primavera, un po’ troppo presto, forse, per i regali di Natale.

Arrivano a Torrevecchia Teatina, un paesino di poco più di quattromila abitanti, a poca distanza da Chieti, in Abruzzo, su un colle situato fra il fiume Pescara e il fiume Alento, e quasi affacciato sul mare. 

E’ questo il borgo dove Massimo Pamio Giuseppina Verdoliva, da circa venti anni, ormai, organizzano il Concorso Internazionale della Lettera d’Amore che man mano si è arricchito di settori e di partecipanti. 

E questa iniziativa ha conferito anche un ruolo culturale determinante ad un paesino fino ad allora dedito prevalentemente ad una fiorente agricoltura e alla produzione vitivinicola.

Ma perché Torrevecchia Teatina?

Perchè proprio lì, su quel colle, il nobile Federico Valignani, (nelle varie località di cui erano Signori, i Valignani vantavano il titolo di duchi, marchesi o baroni) nel 1743, volle edificare una sontuosa residenza estiva, addirittura sul modello della villa d’Este di Tivoli.

Il Palazzo, passato dai Valignani ai Buracchio, fu venduto al Comune di Torrevecchia Teatina intorno al 1980 e ben presto il Comune lo fece restaurare per conferirgli una destinazione pubblica.

A restauro ultimato, Massimo Pamio e sua moglie Giuseppina Verdoliva, pare a seguito di un sogno della donna, immaginarono che il Palazzo, potesse essere anche la sede ideale per ospitare un museo particolarissimo: un museo delle lettere d’amore. Una idea controcorrente alle soglie degli anni 2000, quando la tecnologia aveva già messo prepotentemente da parte questa antichissima modalità di comunicazione dei propri sentimenti.

Ma come raccogliere tante lettere da farne un museo?

Intanto si poteva (e si fece) tentare di recuperare epistolari originali che rischiavano di andare perduti e così iniziarono le prime donazioni da parte di biblioteche ed archivi privati che non volevano che tali ricordi di famiglia andassero dimenticati.

Poi si diede vita al concorso, anzi al Premio Internazionale, dove di anno in anno, la partecipazione si fece sempre più numerosa, al di là di ogni previsione.

Il Concorso era gratuito, cosa rara per un Premio Letterario, dove si chiedono quasi sempre quote di partecipazione, e la notizia si sparse a macchia d’olio e cominciarono ad arrivare lettere anche da personaggi celebri della letteratura o ancora sconosciuti, ma che poi si sarebbero affermati con le loro opere.

Ma l’anno della svolta che fece conoscere il Museo davvero in tutto il mondo, fu il 2012, quando il Museo si arricchì di due sale dove sono raccolte migliaia di lettere indirizzate a Giovanni Paolo II. Lettere che erano state depositate in Piazza San Pietro durante la malattia e l’agonia del Santo Pontefice e che Massimo Pamio riuscì a portare a Torrevecchia perché tanta testimonianza di affetto e di devozione al Papa scomparso fosse documentata e disponibile in Torrevecchia Teatina.

Lettere di bambini, dei papaboys, di adulti, scritte in ogni lingua del mondo che altrimenti sarebbero finite sepolte negli archivi vaticani.

Poi, a parte il materiale più prezioso, custodito con cura, appare singolarissima la esposizione delle lettere. Ognuna di essa è legata con un filo che pende dal soffitto, fino ad altezza d’uomo, in una ragnatela fitta e sottile di sentimenti. Così le lettere possono essere toccate, girate fronte-retro e possono commuovere, stupire appassionare perché raccontano gli amori belli, struggenti, impossibili o eterni di migliaia e migliaia di persone.

E il tema non è necessariamente l’amore fra due innamorati.

Ci sono lettere dedicate ai figli, a un genitore che non c’è più, ma anche ad un oggetto caro, ad un albero, al un fiume, ad una montagna, ad un animale, ad un libro, ad un personaggio storico o immaginario.

L’amore non ha confini e Torrevecchia ne è un esempio tangibile.

L’edizione di quest’anno avrà luogo dal 6 al 9 agosto, con premiazione fissata per il giorno 8, che quest’anno è dedicata alla memoria del professor Vito Moretti, scrittore e poeta, docente universitario presso la Facoltà di Lettere della Univesità G. D’Annunzio, che fu animatore e protagonista di tante edizioni del Premio.

Quest’anno si aggiunge anche una sezione fotografica: un selfie in cui ci si ritrae mentre si imbuca una lettera d’amore, un bella intuizione per coniugare la moderna tecnologia con le tradizioni millenarie.

Impossibile fare l’elenco dei volti noti che hanno partecipato al Premio. Lo stesso discorso per gli attori che hanno prestato la loro voce per declamare le lettere premiate.

Aggiungiamo soltanto che anche quest’anno è nutrita la rappresentanza di partecipanti da tutto il mondo e anche dalla Sicilia, ovviamente. Un nome per tutti, senza voler far torto agli altri: Maria Giovanna Scavone di Caltanissetta.

Franco Pasquale

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