Sport Senza Limiti D’età, ma con Intelligenza

Spesso ci domandiamo perché nonostante l’età per lo più giovanile e la sensazione di un fisico in perfette condizioni, la medicina “ufficiale” ci consiglia ed a volte obbliga ad eseguire visite mediche prima di avvicinarsi ad una qualsiasi attività sportiva anche non agonistica. Lo sport, è cognizione di tutti ormai non ha limiti di età; è di tutti i giorni infatti la notizia di ammirevoli ultrasettantenni che si cimentano in gare podistiche, anche di numerosi chilometri. Ha dell’incredibile (ma non troppo) la storia della maratona di New York di un trapiantato di cuore. Questi fatti, se una volta ci colpivano adesso ci strappano a malapena pochi attimi di riflessione. Certo l’attività sportiva è una gran bella cosa, ci fa assaporare passo dopo passo, i progressi dell’allenamento sul nostro corpo, l’aumento del tono ed il modellamento dei fasci muscolari anche la lieve dolenzia che si risveglia l’indomani di un robusto allenamento può risultare oltremodo piacevole perché ti fa sentire vivo e vitale, migliore e chissà. Più sano. Non dobbiamo perdere di vista tuttavia quello che nessuno vorrebbe mai capitasse, l’incidente, la tragedia, l’evento raro, insidioso che pende su tutti come una spada di Damocle e che ci lascia esterrefatti sempre e comunque e soprattutto ci fa sentire impotenti. Mi riferisco con questo a quei casi di morte improvvisa che si verificano in corso di allenamenti, gare o comunque attività sportive di ogni genere, sia fra dilettanti che professionisti. Ora se ciò capita al gagliardo vecchietto che cerca di far riaffiorare antiche virtù e lontane passioni non possiamo che avvertire un sentimento dispiacere, ma certo è tutt’altra cosa dando la tragedia colpisce una persona giovane, un ragazzo, un atleta.

 A questo punto accanto allo sgomento emergono domande, necessitano risposte, si cercano le cause, le condizioni, che hanno portato a ciò si cercano le responsabilità. Quanto sopra mi è servito per introdurre un aspetto della medicina particolarmente delicato che è quello della morte improvvisa durante l’attività sportiva, che rappresenta sicuramente il capitolo più drammatico della medicina sportiva e non, verso il quale si moltiplicano gli sforzi e le ricerche mediche e sul quale non solo il destino può dire qualcosa ma anche una intelligente e accurata prevenzione può in alcuni casi, fare” miracoli “ .Il movimento, lo sport, la competizione, fa parte della vita, della nostra  vita e per alcuni rappresenta la vita stessa, è buona norma in ogni caso prima di cominciare un’attività ginnica qualsivoglia, dalle arti marziali al tennis da tavolo consultare un medico  di fiducia, al fine di  eseguire quegli  accertamenti mirati a stabilire una generale idoneità all’attività fisica. E’ bene sottolineare –che per quanto riguarda l’attività agonistica il check up sarà più accurato ed esteso nonché supervisionato da uno specialista in medicina dello sport. Ormai è quasi comunemente accertato ché per quanto riguarda l’agonismo la severità nel concedere l’idoneità da parte del medico è d’uopo, per quel che riguarda invece lo sport dilettantistico a fini non agonistici le restrizioni o addirittura la proibizione ad intraprendere una qualsiasi attività è oggigiorno estremamente rara. In queste poche righe introduttive ad un capitolo che è quanto mai vasto mi preme sottolineare una cosa che può sembrare banale ma che in realtà non lo è; lo sport, il movimento di tutti, una ricchezza che rappresenta un rimedio a molti mali e una medicina per la nostra mente, e comunque sia, giovani o anziani, sani o “ammalati” tutti indistintamente dobbiamo usare in maniera adeguata questa ricchezza perché di tale si tratta e la consapevolezza di ciò ci viene nel momento in cui la perdiamo.

GINO FAZZIO

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