ROBERTO DI BELLA: “È INACETTABILE CHE CATANIA SIA DIVISA TRA BORGHESIA E GHETTI”.
Sono le parole del nuovo Presidente del Tribunale dei Minori di Catania che continuano con un dato statistico agghiacciante:
“Catania ha un livello di criminalità minorile tra i più elevati d’Italia”.
Da poco insediato, ha già chiaro il quadro della situazione.
Divisa in quartieri e periferie “a rischio”, Catania si presenta con le due facce della stessa medaglia. Una percentuale minore di borghesia e una maggioranza di persone appartenenti al “popolo dei quartieri”, quello per cui “tutti” si prodigano a fare qualcosa ma di fatto si fa ben poco. E i risultati sono evidenti.
La domanda sorge spontanea: perché ancora si assiste a questa sperequazione sociale?
A mio parere, sarà forse che fa comodo a qualcuno? Potrebbe darsi, sempre a mio avviso, che la risposta è racchiusa in quel motto di Filippo il Macedone,
“Divide et impera”
una strategia per dividere la società per renderla rivale e governarla, o forse un popolo affamato, abbandonato alla propria realtà, è più malleabile e lo si può accontentare con poco in cambio di consensi. Delle due l’una o forse entrambe.
Sta di fatto che la considerazione del Presidente Di Bella, è l’immagine che Catania riflette, nitida e precisa. Una città divisa, i ragazzini dei quartieri di periferia che spacciano, che compiono furti, che detengono armi, che non vanno a scuola.
Un po’ tutti siamo responsabili di questo scempio, l’inerzia è la nostra colpa. E se qualcuno ci ha costruito figure da cabaret, che con ironia e sarcasmo accentuano le diversità, altri, anziché indignarsi, ci ridono sopra consapevoli che tanto Catania sarà sempre così.
Invece no!
Il Virus e’ un Fattore Aggravante
In questo momento storico di fragilità sociale, non si può stare fermi. Non si può permettere che tanti adolescenti vengano cresciuti con i disvalori degli adulti, addossando delle responsabilità più pesanti del loro corpo e più grandi della loro età. Le logiche dei quartieri, dove per farsi le ossa bisogna dare dimostrazione spacciando o rubando, appartengono ad un concetto di criminalità legata al bisogno, alla mancanza di alternative. È tempo che i governanti intervengano con politiche di prevenzione mirate, già istituzionalmente predisposte.
Di Bella è il padre del progetto “Liberi di Scegliere” che ha consentito a tanti ragazzi e donne della n’drangheta si uscire dal sistema mafioso ed avere una vita “normale” e dignitosa. Il progetto raccoglie in sé 25 anni di lavoro nel Tribunale dei Minori di Reggio Calabria, dove Di Bella ha esercitato il ruolo di Magistrato prima e di Presidente dopo una parentesi lavorativa a Messina. Anche se il sistema mafioso è ben diverso da quello siciliano e nella fattispecie catanese, i ragazzi hanno in comune il diritto ad un’alternativa, il diritto allo studio , a vivere come adolescenti, a coltivare dei sogni e soprattutto ad essere liberi di poter scegliere.
Grazie ad un protocollo d’intesa siglato con alcune Istituzioni tra cui il Miur, il libro Liberi di Scegliere, in cui si raccontano le esperienze e la genesi del progetto, entrerà in tutte le scuole italiane, come testo di legalità e di prevenzione.
Bravissima. Un tema forte e coraggioso. Dimostri d’essere libera di scrivere scegliendo temi di cui poco, o per niente si parla. Sarebbe un’utopia, ma io proporrei l’abolizione dei ghetti.
Grazie… se ci mobilitiamo tutti non sarà solo utopia.