Prevenzione alla Marginalità sociale e culturale dei minori dei quartieri a rischio.

  “Liberi di Scegliere” in prima linea anche in Sicilia. 

A volte il titolo di un progetto esprime appieno il valore del progetto stesso è il caso di “Liberi di scegliere”. Tre parole che rispecchiano l’anima di un progetto che ha un preciso obiettivo: dare una alternativa ai minori appartenenti a famiglie della criminalità organizzata.

Il contesto criminale e i suoi disvalori infatti impediscono ai più giovani di potersi formare una coscienza individuale. Si tratta di soggetti coinvolti, talvolta, anche in reati gravissimi.

Minorenni e giovani la cui freschezza e curiosità tipica della giovane età è oscurata dalla cappa soffocante di omertà, disvalore, credenze arcaiche e per certi versi tribali che caratterizzano il sistema criminale.

L’impossibilità di staccarsi dalla asfissiante “cultura” criminale toglie alle pene previste dalla legge un carattere primario soprattutto se si pensa al fatto che si tratta di soggetti minorenni: la finalità rieducativa della pena. La semplice condanna dei reati senza che ciò permetta ad un minorenne di avere una alternativa diversa dal sistema criminale non basta, sarebbe una sconfitta per l’ordinamento giuridico e la società tutta.

Il progetto Liberi di Scegliere agisce, invece, sulla rieducazione e sul reinserimento dei minori provenienti dagli ambienti della criminalità organizzata. Individua percorsi individuali ritagliati sulla indole e sulle attitudini del singolo. La parola chiave non è “reclusione”, ma, al contrario, “inclusione”. Il progetto di prefigge di permettere al giovane adulto o al minorenne in questione di ridisegnare la propria esistenza attraverso il sostegno psicologico di equipe specializzate, attraverso percorsi educativi che comprendono anche l’inserimento nel mondo del lavoro. 

Sensibilizzazione

Togliere un minorenne dal proprio contesto familiare è una misura severa ma a volte necessaria per la tutela dello stesso minorenne. Offrire una alternativa di vita presuppone un lavoro di squadra che può essere offerto solo dalla collaborazione di diversi soggetti.

Esiste, peraltro, anche una sfera culturale e di prevenzione che rappresenta un altro aspetto del progetto, il terreno umano e sociale in cui si getta il seme della cultura della legalità resiste meglio ai tentacoli della criminalità organizzata.

La formazione e gli incontri con gli studenti rafforzano l’efficacia del progetto intero. Il pregio di “Liberi di Scegliere” è quello di proporre un approccio inclusivo di diverse realtà, che attraverso protocolli d’intesa si coordinano per raggiungere lo stesso fine.

Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, Ministero della Giustizia, Ministero dell’interno, Conferenza Episcopale d’Italia, Ministro delle pari opportunità e della famiglia presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, Direzione Nazionale Antimafia, Tribunale dei Minorenni, realtà dell’associazionismo antimafia come Libera sono tra i soggetti coinvolti nel progetto.

La valenza dell’approccio e dei risultati conseguiti fa sì che il progetto sia stato avviato e finanziato da diverse regioni a cominciare dalla Calabria. Il progetto nasce infatti a Reggio Calabria, sotto l’impulso del Magistrato Roberto Di Bella, Presidente del Tribunale dei Minori, ruolo che oggi riveste a Catania.

Una diffusione ampia che premia il metodo e gli obiettivi del progetto, che può rappresentare una risorsa importante anche nel contesto siciliano. I presupposti ci sono da diversi punti di vista, c’è l’esigenza di affrontare la lotta alla mafia anche impedendo il ricambio generazionale, c’è l’esigenza di salvare quelle vite altrimenti inesorabilmente in mano al sistema criminale, ci sono le risorse umane, sociali, associative perché il progetto continui a seminare germogli di speranza.

Senza dimenticare che

“la lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”

parole di Paolo Borsellino, un siciliano vero.

Alfonso Gelo

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