270 MILA EURO PER IL PROGETTO “LIBERI DI SCEGLIERE”.
QUELL’ ARTICOLO 11 DELLA LEGGE REGIONALE DELLA CALABRIA ESEMPIO PER TUTTI DI PEREQUAZIONE E AVANGUARDIA SOCIALE.
È tutto racchiuso nell’articolo 11 della legge regionale 26 aprile 2018, della Regione Calabria dal chiaro titolo “Interventi regionali per la prevenzione della marginalità sociale e culturale a favore di minori provenienti da contesti familiari pregiudizievoli o disgregati”.
Appare evidente che il contenuto dell’articolo di legge sia tarato sul progetto “Liberi di Scegliere”, avviato dal Dott. Roberto Di Bella , già Presidente del Tribunale dei Minori di Reggio Calabria, oggi di Catania. Grazie al progetto, molti giovani sono stati strappati al contesto mafioso della n’drangheta e inseriti in contesti sociali in cui hanno potuto studiare ed essere avviati al mondo del lavoro.
Sono stati stanziati difatti 270 mila euro grazie al “sostegno dell’assessorato al Welfare, guidato da Gianluca Gallo, frutto del lavoro di approfondimento e concertazione del settore delle Politiche Sociali. È stata l’intesa tra la Regione Calabria attraverso il dipartimento Tutela della salute, diretto da Francesco Bevere e il Dipartimento della Giustizia minorile del Ministero della Giustizia , diretto da Isabella Mastropasqua”.
Occorre precisare che Liberi di Scegliere, ha già ottenuto un milione di euro con i Pon Legalità, i fondi del Dipartimento Pari Opportunità , del Ministero Istruzione e con l’otto per mille dei fondi della Conferenza Episcopale Italiana.
Un traguardo che non deve significare un punto di arrivo ma di partenza per tracciare un percorso di civilizzazione sociale nazionale, di pari opportunità per tutti i giovani sia come educazione e formazione sia come inserimento nel mercato del lavoro. Anche la Regione Lombardia si è attivata in tal senso, grazie alla Presidente Regionale Antimafia Monica Forte, riconoscendo nel Progetto una valida alternativa per i minori di famiglie mafiose.
Liberi di scegliere è percorso innovativo, che non li abbandona al raggiungimento della soglia della maggiore età ma li segue fino alla completa autonomia e al distacco totale del contesto familiare e mafioso di origine.
Non è utopia! È possibile e fattibile!
Anche le altre Regioni , soprattutto la Regione Sicilia, potrebbero dotarsi di una legge regionale come quella contemplata nel citato articolo 11. La strada è già stata spianata, i successi sono arrivati, molti minori e alcuni di loro, oggi adulti, hanno avuto una straordinaria opportunità di alternativa. Il fenomeno che si vuole scardinare è la criminalità organizzata in tutte le sue etichette e connotazioni. Per farlo, bisogna agire dai minori, da coloro che per primi sono vittime indifese del sistema.
Valeria Barbagallo