Rapporto Svimez 2020

Il Mezzogiorno d’Italia penalizzato dalla pandemia

Il 24 novembre è stato presentato l’importante rapporto dello Svimez 2020, che mette in evidenza come la pandemia abbia aumentato le diseguaglianze in Italia tra Nord e Sud.

Cos’è la Svimez? Si tratta di un’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno – è privata senza scopi di lucro il cui oggetto sociale è lo studio delle condizioni economiche del Mezzogiorno al fine – come recita il suo statuto – di proporre concreti programmi di azione e di opere intesi a sviluppare nelle regioni meridionali quelle attività industriali che meglio rispondano alle esigenze accertate.

Questo rapporto preoccupa l’Ugl e attraverso il Segretario Confederale con delega per il Mezzogiorno, Giovanni Condorelli, espone molte perplessità.

“Rileviamo dai dati che il Sud è sempre più in difficoltà rispetto al Nord lo era già da prima – dichiara Giovanni Condorelli – ma la pandemia ha evidenziato un forte arretramento in tutti i settori economici e produttivi del Sud. La crisi profonda sanitaria della prima fase al Sud si è tradotta in emergenza sociale dove il tessuto produttivo partiva già in netto ritardo rispetto al Nord. I dati ci dicono che ogni mese di lockdown è costato 48 miliardi di cui oltre 37 al Centro Nord con una perdita del Pil del 3,2% e quasi 10 nel mezzogiorno con una perdita di Pil del 2,8%. Sempre i dati dello Svimez dicono che il Prodotto Interno Lordo del Mezzogiorno a fine 2020 sarà di 18 punti percentuali meno rispetto al 2007”.

Giovanni Condorelli inoltre sottolinea che la pandemia ha avuto un impatto devastante sull’occupazione al Sud, con una perdita prevista di circa 280 mila posti condivisibile l’affermazione che al sud la sanità era già zona rossa prima ancora della pandemia.

Arretra ancora di più l’occupazione femminile al Sud ed i giovani continuano a non trovare lavoro e anche a non cercarlo più. Rispetto al 2008 l’occupazione giovanile si è ridotta di 573 mila unità mentre cresce l’occupazione degli over 50.

“Sta alla politica tutta la capacità – conclude Condorelli – di disegnare l’Italia dei prossimi anni partendo dalla consapevolezza di non ripetere errori e politiche sociali che hanno visto pagare il prezzo più alto a più di 50 mila cittadini a cui va il nostro pensiero”.

Auspico che il Mezzogiorno d’Italia possa riprendersi da questa situazione difficile.

Agrippino Castania

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