Il Carciofo
Zeus, Caterina de Medici, Marilyn Monroe, tre fra i maggiori personaggi della mitologia, della storia e dello spettacolo uniti da un ortaggio dalla bellezza e dalla bontà molto singolari.
Il Carciofo (Cynara Scolymus) Viene addomesticato in Sicilia, nel I°sec. nei dintorni di Mazzarino, anche se in forma selvatica era già conosciuto ed apprezzato dagli Egizi e dagli Etruschi.
Ne troviamo traccia anche in alcuni geroglifici e in alcuni scritti antichi.
Gli antichi ne conoscevano anche alcune delle tante proprietà benefiche nella cura di diversi malesseri.
Era conosciuto anche dai Greci e dai Romani.
Grazie a Plinio sappiamo che era ritenuto un cibo per palati raffinati. I greci gli attribuivano anche proprietà afrodisiache.
La pianta da cui è stato addomesticato è della famiglia dei Cardi.
In comune con la pianta d’origine conserva l’aspetto molto similare e molte caratteristiche organolettiche.
Il suo nome moderno, deriva dall’arabo Al Karshuff, gli arabi conobbero il carciofo coltivato in Sicilia e da qui lo portarono in Spagna.
Un altro nome in uso agli Arabi per definire il carciofo era Ardi-Shoki da questo discende il nome attuale del carciofo nei paesi anglo-sassoni e nord europei in genere.
Il suo nome Antico, Cynara, nasconde una leggenda legata alla mitologia Greca.
La leggenda narra che Zeus, Capo degli dei di tutto l’Olimpo, fosse attratto dalla giovane e bella Ninfa Cynara, cosi chiamata per la sua chioma bionda, una ragazza dolce, dal carattere spigoloso e deciso ma, lei non volle mai cedere alle lusinghe e così, per ripicca, irritato per il rifiuto, nonostante i molti tentativi ed il corteggiamento serrato, Zeus decise di trasformarla in una pianta le cui caratteristiche rispecchiassero la giovane ninfa, cosi la trasformò nella pianta del carciofo, spigolosa come lei fuori, dal sapore deciso, ma dal cuore morbido e buono, e, con i fiori viola come i filamenti dei suoi occhi.
Curiosamente esiste una leggenda legata anche alla nascita del progenitore del Carciofo.
La leggenda riguarda Dafni.
Narra che, Dafni era un Eromenos (giovani famosi per la bellezza), coltivava la terra, era amante della Ninfa Achenais ma, la Ninfa Chimera riusci a sedurlo e cosi per punizione Achenais lo privò della vista.
Il giovane si suicidò lanciandosi da una scogliera presso Cefalù il dio Dionisio lo salvò trasformandolo in pietra, la Terra piena di dolore fece nascere una pianta piena di spine, il Cardo.
La sua diffusione è stata veloce e capillare, ne troviamo traccia nei ricettari toscani a partire dal XV sec. Qui era arrivato da Napoli, dove era stato portato da Filippo Strozzi nel 1466.
Sappiamo che arrivò in Francia grazie a Caterina de Medici, la Regina era ghiotta di cuori di carciofo, così per il suo matrimonio con il Re di Francia, oltre ai cuochi, le posate e molte altre cose ancora sconosciute oltralpe, portò anche i carciofi.
Ancora oggi si prepara un condimento per crostini a lei dedicato a base di carciofi e fegatini.
Gli olandesi lo fecero conoscere all’Inghilterra e i conquistadores lo introdussero in America.
Oggi in America si coltivano buona parte dei carciofi prodotti, anche se la parte del leone la facciamo ancora noi, l’Italia coltiva quasi un terzo della produzione mondiale.
Una curiosità, ogni anno in California, a Castroville, si svolge il festival del Carciofo, nel 1947 la prima edizione vide eletta come Queen of Artichoke ovvero Regina dei Carciofi una giovane e sconosciuta Marilyn Monroe.
Ne esistono diverse varietà, le più famose sono la Mammola, lo Spinoso Sardo, Il Paestum, il Catanese, il Violetto, il Precoce di Chioggia.
Il suo impiego in cucina è vario, è un alimento che può essere consumato sia crudo che cotto.
Il suo gusto deciso lo rende uno di quei cibi che o si odia o si ama.
Io rientro nella categoria di quelli che lo amano in tutti i modi.
Cotto alla Brace come si usa farlo nel napoletano specie nel periodo pasquale, oppure M’buttunat (ripieno), con carne o con un semplice impasto a base si pane e poi stufato, o ancora alla Giudea, fritto intero da mangiare fumante e croccante con l’aggiunta solo di sale , o ancora alla Romana, stufato con aglio,menta,acciughe,vino bianco, ma anche Crudo, tagliato sottilmente in insalata con l’aggiunta di qualche scaglia di parmigiano.
Oltre che in cucina è impiegato anche nell’erboristeria, ci si preparano rimedi per curare la Bile, per depurare il Fegato, per l’anemia. Ha anche proprietà diuretiche.
Nella lavorazione non si spreca nulla. La parte non alimentare come le foglie più esterne o le radici sono le stesse da cui si estraggono le sostanze propedeutiche.
La sua forma particolare lo ha reso ispirazione di diverse arti, dalla poesia alla scultura, alla pittura. Esistono libri, citazioni, fontane, dipinti, raffigurazioni dove il protagonista principale se non assoluto è proprio il Carciofo.
Giorgio Ruggiu