BUON COMPLEANNO AMERIGO VESPUCCI

Chi è Marinaio per un giorno rimane Marinaio per sempre.

Il varo della Nave Amerigo Vespucci avvenne il 22 febbraio 1931 a Castellammare di Stabia, esattamente 90anni fa, un Vascello gemello della Cristoforo Colombo, nata tre anni prima, essa figura, per eleganza e prestigio tra le migliori navi della Marina Militare italiana, detta anche la Regina del mare. Sin dalla sua nascita (varo) costruita come nave scuola, ha appassionato ed istruito migliaia di ragazzi tra le vele, cime e pennoni, motoristi e timonieri, telegrafisti e segnalatori, cuochi e cerimonieri, elegantissima come immagine, forte e robusta nella sostanza per affrontare le tempeste quando capita durante i viaggi, ha solcando quasi tutti i mari del mondo. Sopravvissuta alla seconda guerra mondiale, ha navigato il mare in lungo e in largo, ha forgiato generazioni di ufficiali e marinai della nostra Marina Militare. 

Era il 22 febbraio 1931 quando venne varata presso il Regio Cantiere di Castellamare di Stabia. C’erano le autorità militari, civili e religiose così come il progettista, l’ingegnere Francesco Rotundi, un tenente colonnello del Genio navale, e la madrina del varo, la signora Elena Cerio.

La storia racconta: Consegnata alla Regia Marina il 26 maggio 1931, entrò in servizio come nave-scuola il successivo 6 giugno, aggiungendosi alla gemella Cristoforo Colombo, tre anni più anziana, e costituendo con essa la Divisione Nave Scuola al comando dell’Ammiraglio Domenico Cavagnari. Il motto originario era “Per la Patria e per il Re”, ma venne modificato successivamente con l’avvento dell’Italia Repubblicana e la caduta della monarchia, nel 1946, in “Saldi nella furia dei venti e degli eventi” – l’attuale motto: “Non chi comincia, ma quel che perservera”

Il destino delle due navi gemelle fu però diverso. La Colombo, divenuta operativa nel 1928, fu ceduta all’URSS dopo la Seconda Guerra Mondiale con il nuovo nome di Dunay; per essere utilizzata come nave scuola nel Mar Nero fino al tragico incendio del 1963, a seguito del quale fu definitivamente radiata.

Nell’estate del 2019 la Vespucci approdò nel porto di Catania, la attendiamo ancora ogni anno per rivederla, anche perché, si dice: “orgoglio della nostra marineria, l’immagine migliore della Marina Militare”. 

Proprio come una ispirazione eccezionale ha destato il mio interesse per visitarla in quest’ultimo approdo a Catania, ma dopo un paio d’ore in coda si è fatta sera ed hanno sospeso le visite lasciando in me il desiderio di toccare il tasto telegrafico con cui fui entrato in contato con la Vespucci dalla vedetta dell’isola di Ponza (durante il servizio in Marina Militare di leva) nel mese di settembre del 1953 per avvisare la Vespucci di girare al largo della rada perché erano in corso le manovre delle operazioni scientifiche col batiscafo TRIESTE alla profondità di oltre 3000 metri nei fondali del tirreno a sud est dell’isola di Ponza, e successivamente ha toccato gli 11.000 metri di profondità  presso la fossa delle Marianne, zona nord-ovest dell’Oceano Pacifico, la più profonda depressione oceanica al mondo.

Insomma, un cuore che batte forte, il desiderio di imparare la scienza della vela e come comandare i venti e domare la sua forza, è rimasto in me un desiderio aggiuntivo alla telegrafia.

I futuri laureandi a bordo della vespucci prenderanno dimestichezza e confidenza con la forza dei venti e del mare applicando regole e gli strumenti della tradizione marinara: Meteorologia, telecomunicazione, cartografia, Bussola, calcolo del punto nave, la sfida degli eventi, ma anche conoscere quei segreti che solo il nocchiere anziano ed esperto di bordo, può rivelare: “Tu dagli eventi prenderai consiglio, pronto e sicuro e subito periglio”.

Carmelo Santangelo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *