CIAO LAURA SALAFIA, VITTIMA DEL DEGRADO SOCIALE
La notizia della scomparsa della studentessa Laura Salafia ha fatto eco in tutti gli ambienti della politica, della società civile, dell’Università, del lavoro, dello sport, si può dire che è rimbalzata in ogni parte del mondo, anche la stampa locale e nazionale ha dato ampio spazio a questa triste notizia.
Nell’immediato i media e la stampa hanno dedicato ampio spazio di cronaca, ma si è visto la difficoltà di separare il dolore della famiglia col personaggio, la figura di donna che ha pagato con la vita e la società violenta in cui viviamo. Ora che è passato il momento dell’emotività seguito all’evento luttuoso, possiamo sperare che fatti del genere non succedano ad altri, la lezione l’abbiamo avuta e non va dimenticata se il governo non la smetta coi privilegi ai delinquenti con i domiciliari e permessi premio a chi uccide ed altro.
In quest’ottica di ripensamento e di riflessione si iscrive il seminario suscitato spontaneamente nella coscienza umana dei compagni di classe di Laura, dei professori, del mondo cattolico di noi sportivi che nell’arte del Karate insegniamo la non violenza, il rispetto per l’altro. La foto allegata testimonia la vicinanza affettuosa a Laura nel giorno del suo compleanno organizzato dal M° Giovanni Pane, fu un momento di commozione indimenticabile quando la coetanea Maria Grazia Pane sciolse la sua cintura nera e la allacciò a Laura per significare l’alto grado morale e civile. Nella nota allegata si legge “questa cintura la indossano soltanto i campioni e tu lo sei una campionessa di vita. Il nostro auspicio è che tu un giorno potrai indossarla e camminare con noi, come noi”
Carmelo Santangelo