Dall’7 settembre 2023 al 7 gennaio 2024 al Palazzo della cultura di Catania la mostra Ri-Evolution. Un modo per osservare il cambiamento e cambiare il nostro punto di vista
La mostra Ri- Evolution, a cura di Raffaella Bozzini e Giuseppe Stagnitta, espone 130 opere di 80 artisti italiani, sottolineando come l’arte ci dia costantemente la possibilità di cambiare il nostro punto di vista.
L’arte ha in sé i germi della rivoluzione. Una rivoluzione silente, manifesta, a volte subliminale.
Un’opera d’arte ha la capacità di veicolare messaggi, toccando le corde più sensibili del nostro vissuto, smuovendo pensieri ed emozioni, su più livelli e a vario titolo.
Questa mostra racconta la rivoluzione o meglio le rivoluzioni che hanno attraversato il secolo XX per destabilizzare e ricostruire, ogni volta in maniera diversa, il comune sentire, un’azione che è in egual misura costruens e destruens .
Il percorso della mostra si sofferma sul futurismo per orbitare attorno all’astrattismo, passando per l’arte cinetica di Alberto Biasi, per l’arte povera di Alighiero Boetti, La transavanguardia di Mimmo Paladino, l’arte concettuale di Piero Manzoni, fino ad approdare alla più contemporanea street art con una soluzione di continuità che racconta un tempo instabile, perché costantemente foriero di cambiamenti.
È’ il genio che si racconta attraverso installazioni, arti applicate, sculture e pitture.
Lucio Fontana, Arnaldo Pomodoro, Pietro Consagra, Maurizio Cattelan, Giorgio De chirico o il collettivo Sten-Lex parlano la stessa lingua, una lingua universale che fa dello stupore una chiave interpretativa, perché la genialità ha necessità di irrompere e rivoluzionare gli schemi per esprimersi pienamente.
Gli autori citati sono solo alcuni dei numerosi in esposizione, ma se è nelle differenze che va rilevato il successo di una mostra che è in grado di raccontare un viaggio, è ciò che accumuna tutti gli artisti a fare realmente leva sulle nostre coscienze; il modo in cui l’inedito si impossessa delle teste, delle anime dei vari artisti per trasferirlo sotto forma di arte e sobillare la nostra curiosità, dandoci la possibilità di acquisire un nuovo punto di osservazione, una nuova prospettiva.
La mostra presenta un’ interessante installazione, a cura di Clarici Scriptura, sui padri del futurismo Marinetti e Boccioni, ma non di meno è importante il richiamo alla realtà dell’arte come rivoluzione semantica che attiva la cittadinanza e che si innesta sul territorio.
Il riferimento è all’opera di Antonio Presti, di Nicolaj Pennestri e alla nostra vicina Farm Cultural Park.
Sono tutti modi diversi di attuare una rivoluzione copernicana che capovolge il senso e ce lo restituisce arricchito di nuove sfumature. Abbiamo nuovi interrogativi su cui riflettere e mai delle certezze che permettano al pensiero di sedimentare indisturbato.